Saturday, July 24, 2004

Vado pazza per la pace ma non sono pacifista!

Vado pazza per la pace, ma non sono pacifista.Non sono pacifista perche’ per me il pacifismo e’: Istigare alla violenza Insultare,
offendere, accusare Israele.
Voler cancellare una nazione antica.
Affermare che questa terra appartiene ad una nazione mai esistita.
Accusare Israele di nazismo e di razzismo
Accusare Israele di occupare terre non sue
Accusare Israele di massacrare i palestinesi
Bruciare la bandiera di Israele nelle piazze
Utilizzare sfacciatamente e spudoratamente le infrastrutture israeliane per recarsi nei territori a fomentare la violenza contro Israele
Falsificare la storia attribuendo ad Israele la colpa della guerra
Fingere di ignorare i linciaggi di persone inermi e di bambini
Voler dare Gerusalemme a chi non l’ha mai avuta e certamente mai amata
Rimanere indifferenti di fronte al massacro di ragazzini ebrei in discoteca e in pizzeria Ricordare la sofferenza dei palestinesi alla vista di un autobus sventrato che portava a scuola bambini israeliani
Portare il lutto per la l’uccisione di un yassin che ha ordinato di fare a pezzi i nostri bambini mentre giocavano
Protestare contro Sharon ed inneggiare ad Arafat
Fin a quando vedro’ tutto questo continuero’ ad amare la pace e ad aborrire i pacifisti

Thursday, July 15, 2004

Gruppo Martin Buber: pseudoebrei per una pseudopace

Dopo l’ingiusta e ipocrita condanna del tribunale dell’Aja, ora venite voi, nostri fratelli e vi arrogate il diritto di chiederci di quale morte preferiamo morire. La vostra e’ la strategia dei vili, di quegli ebrei che pur di piacere e conservare intatto il piatto di lenticchie sono pronti a rinnegare i fratelli e a tradirli. Israele ha riconosciuto il diritto dell’altro popolo ad uno stato. E dalla controparte questo diritto è mai stato riconosciuto ad Israele? Voi con la vostra ipocrisia non solo mirate a perpetuare il conflitto, ma date un sostegno a chi aspira alla nostra eliminazione. E poi, chi siete voi per arrogarvi il diritto di decidere quale leadership noi israeliani vogliamo? Se riuscirete a sopravvivere alla prossima ondata di odio, lo dovrete proprio a noi, che stiamo lottando da oltre cent’anni senza un giorno di tregua. I nostri figli sono caduti a migliaia anche per voi.
Mi vergogno di voi, che preferite fare da scudo ai nostri nemici. Israele è isolata non a causa della sua politica, ma solo perche’ è la terra degli ebrei. Se non fosse la terra degli ebrei il problema palestinese non sarebbe mai sorto. Ma la mia tristezza e’ che oltre all’isolamento in cui ci hanno relegato le nazioni ipocrite del mondo, anche voi vi schierate con loro facendoci sentire ancor più soli ed abbandonati. Pur di dimostrare le vostre tesi siete persino pronti a mentire come quando insistete nel dire che la barriera s’inoltra “profondamente” nel territorio palestinese. Questa è pura menzogna e poi sia chiaro che il territorio non è palestinese ma il territorio conquistato ai giordani in una guerra che abbiamo vinto e che non abbiamo voluto. I confini del territorio palestinese dovranno essere stabiliti in trattative di pace. E gli accordi di Ginevra da chi sono stati conclusi? Erano forse rappresentanti ufficiali delle parti in conflitto? Nulla di tutto questo. Né Ami Ayalon né Sari Nusseibeh sono stati delegati dai rispettivi governi a fare trattative nè a Ginevra nè altrove
Voi non rappresentate il popolo ebraico. Rappresentate solo la sinistra che sostenete. Sono anni che i leader israeliani sono disposti a fare concessioni ed accettare la creazione di uno stato palestinese nel quadro di un accordo di pace. Anche Sharon lo sostiene. Se abbiamo subito perdite ed attentati è stato proprio a causa della nostra disponibilità a ricercare a tutti i costi soluzioni pacifiche. .
Colla vostra petizione firmata da “eminenti professor,i giornalisti e politici e premi Nobel” preparate il terreno per la fine di Israele. Israele non vuole perpetuare il nè mantenere a tutti i costi il controllo sui territori, Israele è in pericolo reale e voi col vostro appello accelerate il processo di eliminazione mirata dello stato ebraico, negate le verità storiche pur di mettervi a fianco del mondo arabo, degli europei ed delle sinistre.

Vergognatevi, siete dei traditori

Sigal Harari, Tel Aviv

Saturday, July 10, 2004

Lettera agli inquisitori imparruccati dell'Aja

Sono Ronit, figlia di Jonathan e di Bat Sheva. Ho 26 anni. Ora ne avrei 28. Sono nata in un kibbutz ai piedi del monte Gilboa nella valle di Yizreel, la valle in cui si svolse la grande battaglia fra David e Shaul. Non so se ricordate. Nei miei libri di storia non esiste passato, ma solo un lungo presente. Ecco gli ebrei che vanno verso la terra promessa in fuga dal faraone, ecco gli ebrei trascinati in catene verso l’esilio di Babilonia , poi gli ebrei schiavi di Roma costretti a passare in catene sotto l’arco di Tito. Ecco gli ebrei cacciati dalla Spagna ed infine un lungo girovagare fra pogrom e pogrom per il suolo maledetto d’Europa.

Mia madre era una donna tranquilla, serena, ma aveva gli occhi sempre tristi anche quando sorrideva. Dicono che io abbia ereditato la stessa tristezza negli occhi. Mio padre dice: sono gli occhi di una ragazza ebrea. Solo di notte a volte la sentivo improvvisamente gridare nel sonno, poi si svegliava e correva disperata verso il mio lettino per controllare se c’ero. Mi prendeva fra le braccia e mi portava nel suo letto. Ora so perchè lo faceva. Molte volte ancora bambina le chiedevo: perchè non ho nonni e zii e cugini e lei mi rispondeva: quando crescerai ti racconterò la loro storia. Per conoscere la storia della mia famiglia dovevo crescere. Ancora bambina non volevano turbare la mia innocenza con una storia di cenere, una storia di camini da cui uscivano tante piccole particelle di anime morte. Anime morte. Anime morte? No, le loro anime non sono morte, ma vagano ancora attonite per i cieli d’Europa. Dovranno passare tanti secoli prima che trovino pace.

Io sono Ronit bat Jonathan. Cresciuta libera nella mia terra non chiedevo che vivere. Dopo il liceo ho fatto il servizio militare Poi ho studiato all’università. Per preparare la tesi che verteva sui figuristi e quadraturisti italiani Colonna e Mitelli mi sono recata in Italia. Era la mia seconda volta. Correva l’anno 2002. E a Bologna nella biblioteca dell’università ho conosciuto l’amore. Nel dicembre del 2002 sono tornata nella mia terra. Ad attendermi quel giorno all’aeroporto non c’era nessuno. Avevo tenuto segreto il ritorno per fare una sorpresa agli amici.

Io sono Ronit bat Jonathan. Mi hanno seppellito senza una gamba. Gli angeli di Zaka sono riusciti a raccoglierne solo una parte. Non sono morta subito, e prima di morire ho chiesto di vedermi nello specchio. Vanità femminile di una giovane donna che alla bellezza ci teneva tanto. Quel giorno ero andata a comprarmi un vestito per la festa del mio 27 compleanno. Non avevo voluto accendere la radio quel giorno per non sentire la lista dei morti assassinati da coloro che voi difendete. Per un giorno soltanto volevo dimenticare la realtà del mio amato paese che da quando è nato non fa altro che seppellire i suoi figli col vostro consenso, anzi col vostro incoraggiamento. Quando alcuni mesi dopo la mia morte il governo di Israele ha deciso di distruggere la casa dei famigliari del mio assassino, le vostre condanne sono piovute a non finire. Avete anche protestato quando Israele ha impiegato il metodo di prevenzione mirata, ma nessuno di voi ha alzato la sua voce per protestare contro la mia uccisione mirata.

Ci avete condannato quando per difenderci abbiamo impiegato tiratori scelti dell’IDF. Ci avete condannato quando abbiamo fatto uso di elicotteri da combattimento, poi quando abbiamo fatto uso di bombe per colpire obiettivi mirati. Ci avete condannato quando abbiamo iniziato a distruggere le case dei palestinesi coinvolti in assassinii ed attentati suicido. Quando pensammo di espellere le famiglie degli attentatori dalla Cisgiordania alla striscia di Gaza ci avete condannato. Poi avete condannato le azioni di prevenzione mirata. A voi fanno comodo le uccisioni mirate di cittadini israeliani negli autobus, nei ristoranti, nei centri commerciali. Per voi la caccia ai terroristi è un atto criminale. Le misure di sicurezza e i posti di blocco suscitano le vostre proteste perchè secondo voi dovremmo aprire i passaggi ai terroristi assassini che si infiltrano persino in ambulanze.

Ieri avete condannato la costruzione della barriera di separazione denunciata da voi come illegale. Voi inquisitori imparruccati dell’Aja, pensate che Israele non abbia diritto a difendersi.

Vi accuso, inquisitori imparruccati dell’Aja della mia morte. Voi siete i mandanti dei miei assassini.

Che il vostro nome sia cancellato per sempre. Amen

Sigal

Friday, July 09, 2004

ONIU: Organizzazione delle Nazioni Islamiche Unite.


Israele ha sempre costruito barriere difensive. Ne è stata costretta per salvaguardare la vita dei propri abitanti minacciati dai continui attacchi dei predoni arabi. Non c’è kibbutz nè insediamento che non sia attorniato da barriera. In un paese circondato da nemici determinati a buttarci a mare, determinati ad eliminarci, la costruzione di una barriera è un dovere oltre che un diritto. La barriera non intacca alla vita di nessuno, ma ha solo lo scopo di rendere difficile ai kamikaze suicidi il compito di seminare la morte fra di noi. La sentenza della Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia, massimo organo giudiziario dell'Onu, sulla barriera, che ha stabilito che il muro di separazione contravviene il diritto internazionale, non ha tenuto in minimo conto il terrorismo palestinese, ha menzionato gli effetti della barriera ignorando del tutto la causa che ha spinto gli israeliani ad erigerla. Ecco l’ennesimo atto di ipocrisia che ci arriva proprio dall’ONU, che sembra avere ormai un solo ed unico compito: emettere deliberazioni a non finire contro Israele. Spero che i nostri leader continuino per la strada iniziata, non tenendo in alcun conto il parere della corte internazionale dell’Aja . Quello che a noi deve importare è la salvare la vita e continuare la costruzione della barriera difensiva la cui erezione si è dimostrata efficiente: dall’inizio della sua costruzione la capacità dei gruppi terroristici di realizzare attentati è diminuita del 90%. In termini reali su 100 israeliani 90 ne sono stati salvati. Questo è quello che deve contare per noi e non dobbiamo tener conto delle corti internazionali, dato che è ormai scontato che qualsiasi decisione verrà presa sempre contro di noi, a prescindere dalle nostre azioni. Quindi noi dobbiamo occuparci di quello che a noi sembra vitale e fregarcene delle condanne provenienti da organizzazioni che in quanto a moralità hanno ben poco da vantare. Con tutti i mali che dilagano nel mondo, l’ONU si è riservata il ruolo di vassallo ubbidiente e fedele del mondo islamico. Chiamiamo l’ONU col nome giusto, chiamiamolo ONIU: Organizzazione delle Nazioni Islamiche Unite.

Wednesday, July 07, 2004

Lettera aperta agli ipocriti del mondo

Ho dovuto subire guerre, sgozzamenti, ho dovuto pagare col sangue di 22 mila ragazzi israeliani, ha dovuto assistere ad autobus che ti esplodono davanti a casa, ho dovuto accorrere a consolare amici senza gambe, braccia e volto ed in cambio a tutto questo ho offerto la pace. Si, la pace, perche’ la pace ha un suono magico ed e’ difficile resisterle e non perdere letteralmente la testa solo al suono di questa parola. E quale risposta ho ricevuto? Solo rifiuti accompagnati da nuova barbarie, da nuovi tentativi di gettarmi in mare, da nuovi massacri. Quanti sgozzamenti di ebrei dovranno ancora avvenire perche’ tutto questo abbia fine? Quante terre dovro’ offrire agli arabi per avere la simpatia delle nazioni? Dovro’ cedere tutto, annullarmi, autoeliminarmi? E’ questo quello che volete? Volete che smetta di difendermi? Che non faccia alcun tentativo di fermare la mano degli assassini? Che offra altri fratelli in olocausto, che appoggi la testa sulla pietra sacrificale in attesa che mi venga recisa?

Io il mio insegnamento non lo traggo dal vangelo, “non offro l’altra guancia”. La guancia di un morto poco vale. Preferisco seguire gli insegnamenti del talmud che affermano con grande realismo e saggezza se “qualcuno viene per ucciderti, precedilo e uccidilo" Haba lehorghechah haqdem lehorgo?

Dedichero’ la mia vita a sradicare ogni tentativo di uccidermi. Chiunque colpisce israele verra’ colpito con determinazione, con tutti i mezzi possibili, anche a costo di far crollare il tempio

ויאמר שמשון תמות נפשי עם פלשתים
Che io muoia con i filistei
Giudici 16, 30


Sigal

Friday, July 02, 2004

Questa terra mi appartiene

C'e' chi insiste nel voler affidare questa terra ai palestinesi, secondo lui legittimi proprietari "una terra deve essere amata dai suoi abitanti che devono rispettarla e renderla accogliente e vivibile per chi si succedera’ a loro in futuro”, afferma. Questa definizione concorda esattamente col mio punto di vista ed aggiungo “una terra appartiene a chi l’ama”. Ricordate il giudizio di Re Shlomo a proposito del figlio conteso da due madri? Shlomo nella sua saggezza lo consegnò alla madre che non era disposta a tagliarlo in due pur di averlo. I palestinesi sono disposti a distruggerla questa terra pur di non darla a noi. Ne consegue che solo in base a questo semplice principio questa terra non spetta loro.

Questa terra spetta a noi non solo perchè Dio ce l’ha assegnata, non solo perche' per secoli e' stata depredata da orde di popoli di passaggio, occupata, distrutta, trasformando il giardino di cedri, limoni, aranci, olivi che avevamo lasciato, in una desolata palude e grandi distese di dune, ma anche perchè va data a chi l’ama. Noi l’amiamo questo piccolo fazzolettino di terra. Vi abbiamo riscoperto con amore la fauna, la flora, abbiamo rifatto risuonare nelle valli e nelle pianure, nei laghi e sui colli la stessa lingua che parlavano i nostri padri, siamo morti a migliaia per difenderla, l’abbiamo ripulita dalle paludi, abbiamo trasformato il deserto in un giardino. Non è questa una prova sufficiente d’amore. Non ce la meritiamo?

Pur di non concederla a noi, legittimi eredi, c’è chi arriva a dichiarare che questa terra non appartiene a nessuno. "Ogni terra appartiene a tutti, appartiene all’uomo", affermano. Come non appartiene a tutti? L’Italia non appartiene forse agli italiani che l’hanno amata, custodita, vi hanno creato le loro opere geniali, hanno fatto vivere una lingua meravigliosa? A chi appartiene l’Italia, allora? A tutti? Ma, ditemi voi italiani non sentite di avere radici nella vostra terra? Non volete difenderne la cultura, la lingua, le cose a voi sacre? Siete disposti a rinunziare a tutto questo solo in nome di un internazionalismo cervellotico? Non sareste pronti a difendere la terra per la quale i vostri padri hanno combattuto per cacciare gli invasori, per difendere la loro libertà? A chi affiderete tutto questo? Alle orde dei barbari che verranno solo a depredarla? Io no. Questa terra mi appartiene: l’ho lasciata in catene duemila anni fa’. Sono stata costretta a lasciarla. Ora sono tornata, qui sono le mie radici, qui è la mia cultura, e questa terra , mi appartiene.

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