Monday, November 29, 2004

treno treno treno treno

Maledetti maledetti maledetti
Maledetti maledetti maledetti
Non ci lasciano dormire
E sputano veleno
Mentre il sangue li insegue
Con un trillo di usignolo

Un milione di bambini
Disperati d’amore
Nello spavento dei treni
Uno aveva una piuma
L’altro un pezzo di fune
Il terzo una biglia di vetro colorato.

Un milione di bambini
Piangono nello spavento dei treni
Uno ha una piccola ruota
Un altro una scarpa
Un terzo le ali di un usignolo vivo.
Piangono senza riuscire
A ritrovare l’accento
Del loro primo singhiozzo.
Treno treno treno
Treno senza uscita
Dove i bambini piangono
Senza trovare
Il nudo della mamma.

Sunday, November 28, 2004

il piccolo violinista

Morto è rimasto morto nel campo
Col violino sul petto
Nessuno lo conosceva
E lui tremava
Sotto il suo violino.
Un orizzonte senza suoni
Comincia a mordere l’aria
Mentre il piccolo violinista
Rievoca suoni remoti
E teneri sospiri.
Dal campo si levano
Lunghi singhiozzi
E’ il violino che piange
Con la sua voce rotta
E’ il violino
Che trema nell’aria.
Lunghi capelli biondi
Fatti d’amore e di cristalli
Piccole scintille d’oro
Che dondolano
Sotto i fari del campo.
Attorno quattro torri
Piene di infami arcieri
E la città che lo spia
Mentre il piccolo violinista
Si scioglie nell’aria.

Friday, November 26, 2004

Posto fisso o sala d'attesa?

Mia madre

Infanzia di neve e di silenzi
Suo padre che la benediceva
Coprendola con il talith.
Infanzia di usignolo impaurito
Dall’anima tiepida e molle


Pianto rotto sotto le coperte
Dove nascondeva Anna Karenina
Infanzia strana.

Giunta in Israele aveva problemi d’identità
Per la strada parlava russo coi vicini
Sognava i giorni della sua infanzia a Vilna.
Ricordava la sua casa
Coi tappeti persiani ed il padre
Avvolto nel talith
Che la benediceva
Apponendole la mano sul capo.

Spesso parlava dell’Italia
E dei professori padovani
Che le insegnarono medicina
Per addestrarla a far venire al mondo
Tanti piccoli assassini.
Le piacevano i lampadari viennesi
E i mobili stile art nouveau
Anch’io, come lei, mi faccio tante domande

Ma non trovo soluzioni
E mi chiedo
Se considerare Israele un posto fisso
Oppure una specie di sala d’attesa
Fino alla prossima diaspora, fino al prossimo esilio.

Friday, November 19, 2004

urlano i corvi

Il campo militare si sveglia
Sotto un cielo sommerso da pioggia
Pioggia nera, pioggia scura.
I fili elettrici sono carichi di gridi,
Impossibile farli tacere.
Urlano e litigano come corvi.
Il soldato cade con un bacio
Nel deserto ondulato di Rafiah,
Terra vecchia dai tunnel profondi
Terra di quaranta lunghi anni
Di nostalgia,
Terra di morte.
Dentro i cunicoli uomini armati
E sulle torri soldati che spiano
Un mondo che si e’ rotto.
Il giglio del Sharon si muta in cardo
E i baci del soldato morto svaniscono.
Rimane solo il deserto
In questa terra secca
Pregna di morte ondulata
senza occhi e senza cuore.

Sunday, November 14, 2004

Quanta giovinezza darei

Quanta morte c’e’ fra di noi, amica
E quanta angoscia sento nel pensare
Al folgorio del tuo sorriso solare.
Io sono viva
Ma tu respiri
Solo cenere e terra.
Darei i miei anni migliori
Per sentirti versare il miele
Delle tue parole oscene
Per essere tua complice
Nel bene e nel male,
Per udire all’entrata di casa
Il suono del tuo: “Shalom,
piccola deficente,
Vieni, andiamo a studiare”.
Vorrei fiutare il caffè che ci preparavi
Vorrei ridarti la vita
Che ti ho tolto
Trascinandoti contro voglia
Alla fermata dell’autobus.
Quanta giovinezza darei
Per rivederti

Saturday, November 13, 2004

voglio essere buona

Voglio piangere , voglio essere buona
Come mi ha insegnato mia madre
Regalandomi fiumi di latte e di dolcezza.
Voglio piangere ed essere buona,
Piangere come piangono le donne,
E uccidere in me la beffa,
Uccidere gli insulti.
Voglio essere buona
Anche se tu, amica, vivi
Nella tua dura eternità fissa.

Cresce il ricordo e la beffa cresce
Ecco i cani che morsicano i tuoi vestiti
Polverosi sulla strada che porta alla stazione.
Cresce il ricordo e crescono gli insulti.
Lasciami passare la porta
Dove tu tessi fiori rossi sul vestito
E peschi pesci alleggrissimi.
Lasciami passare
Io conosco l’uso segreto
Che fai dei fiori e dei pesci

Cercate una nazione e avete trovato il vuoto

Ventiquattromila fucili
Sono entrati a Ramallah
Per seppellire furenti
I resti di un serpente.
Ecco le urla,
Ecco le camice lacere,
Ecco i volti coperti.
Ventiquattromila pugnali
E vestiti strappati
Rumori di torbido odio
Di violentatori infuriati
Che gettano macigni dai muri,
Missili dai cortili
E con grandi forbici
Tagliano le corde della vita.
Shlomo ItzhakEitan, Ronit e Yonathan
Tutti sepolti
Tutti uccisi per mano loro
Uno
Due
Tre
Quattro
E cinque
Tutti e cinque morti
Per mano dei folli di Gaza
Che gustano la morte
Come un piatto prelibato.
Il vostro non e’ dolore
Ma un sonno pieno di incubi
E di taglienti lame.
Schegge di odio
Che volano nell’aria.
Volevate assassinarmi
Ma non mi avete trovato
Cercate una nazione
e avete trovato il vuoto.

Wednesday, November 10, 2004

Hei, amica!

Hei, amica!
Vuoi dei fiori?
Perche’ sei tanto allegra?
Sara’ l’effetto della morte
Che ci ha regalato la gioiaSpezzando con le dita
Una vita malvagia?
Come sei bella oggi, Gerusalemme
Ti fai luce con lo splendore dei tuoi tetti dorati
Vieni sorella! Vieni amica!
Ho comprato ventiquattromila fiori
Aiutami ad adornare le porte.
Che bello! Nessuno puo’ negarlo!
Non vergognarti
Di aver perduto la testa.
C’è giustizia nel mondo
Io sento in me tanta gioia
Ah ah ah! Ah ah ah!
Guarda come rilucono i miei occhi
Ma dovremo attendere l’alba di domani
Quando lo porterannoAvvolto nel lenzuolo.
E’ l’11 di novembre del 2004, Deborah
Il 9 del mese di heshvan del 5766,
Ricordati questa data
Prendi una brocca
E riempila di limonata.

Monday, November 08, 2004

La guerra passa piangendo

I miei morti odiano il numero uno
Dell’autorità palestinese,
Perchè non è giusto
Che l’uomo cerchi il suo piacere
Nel sangue del suo vicino.
La guerra passa piangendo
Con ventiquattromila morti grigi
Mentre i figli di cristo dormono
Quando l’ebreo si taglia le vene in silenzio.
Che sforzo deve fare un ebreo per essere una colomba
Che sforzo deve fare la colomba per essere un ebreo,
Per dire la sua verità
Uccidendo in se' la suggestione della parola pace.
La guerra passa piangendo
Mentre tu, amica, dormi
Sulle bianche macerie del cimitero
Dove i malvagi assaggiano la morte.
Ti ho vista scomparire piangendo
Mostrandomi il tuo corpo straziato
In un dolore pieno di volti.

Saturday, November 06, 2004

Vattene e non tornare

In Israele il cielo e’ sommerso
Da una trepida attesa
Mille ragazze innamorate
Sotto la terra riarsa
Attendono il momento.

Ma tu ora sei solo nella tua stanza buia
E chiedi invano di sostenere
Una conversazione con la morte
La morte entra ed esce
Non riesce a tacere
Anche la morte piange
Piange la sera senza domani
Di mille ragazze cieche.
Nelle sua bocca trema una canzone
Che riempie di luce le piazze.


Il tuo funerale sarà composto da una schiera di mostri
Gente con il cuore nel fodero.
E tu sei solo nella stanza buia
E invano implori di sostenere
Una conversazione con la morte

La chiami
Ma la morte non viene
Sullo sfondo file e file di vittime
Che bevono i loro singhiozzi
Ragazze tristi venute
In questo mondo con le gambe
Che se ne vanno senza

La morte entra nella tua stanza buia
Ed esce inorridita.

“Ma tu chi sei se neppure la morte ti vuole?”

“Io sono il gran comandante in capo
Di un’armata di mille cani
Il sangue che ho versato
Bussa ai vetri delle mie finestre
E la mia anima non vuole uscire
Impigliata come uno sciacallo
In un campo di rami secchi e di sterpaglia”.

Friday, November 05, 2004

prega d-o di mostrarti la strada

La tua forza si celava
Nella tua capacità di ascoltarmi
Nella tua complicità sfrenata,
Capace di trascinarmi.
Tu sai che sono nemica delle lacrime
Nemica dei ricordi.
Mai ti ho voluto parlare della mia infanzia felice
Quando correvo seminuda per le valli di Yizreel
Sullo sfondo del monte Gilboa,
Con il profumo di purezza
Della mia infanzia ebraica,
Fatta di turbamenti erotici e di preghiera.
Amica, vai avanti, non ti voltare indietro
La moglie di Lot è stata punita, ricordi?
Io ti conoscevo e nei nostri rapporti
Ti comunicavo
La mia esuberanza egocentrica
Che a volte ti lasciava vuota.
Tutto cambiò quella sera
Quando da un vicolo di Gaza
Spirò un vento spietato.
La strada ebbe un fremito
Fatto di pezzi di ferro e di luce.
Vestita con il tuo abito nuovo
Pensavi che il mondo fosse buono
Pensavi che i sospiri d’amore
Fossero eterni.
Ora nel corpo hai buchi e chiodi
E ti dissangui
Ma non voltarti indietro
Ricordi la moglie di Lot
Sulle rive del mar Morto?
Nessuno, neppure tua madre, riuscì ad aprire i tuoi occhi.
Vai piano, amica, e prega d-o di mostrarti la strada
Anche se ancora non sei pronta ad incontrarlo.


Tuesday, November 02, 2004

Una storia banale

6 gennaio 2003. 22 morti e piu’ di 100 feriti in un attacco kamikaze a Tel Aviv.

Fra i feriti una ragazza israeliana che mi ha raccontato la sua storia. La storia banale, di una ragazza banale, in un giorno banale.

La riferisco come me l’ha narrata lei senza aggiungere nessuna valutazione personale.

“Quando ho aperto gli occhi attorno a me dominava il silenzio assoluto. Tutto attorno immagini di persone che correvano spalancando la bocca. Sembravano manichini caduti da una vetrina di un negozio di abbigliamento. Forse io ero uno di loro. Ho aperto gli occhi e mi sono alzata. Poi sono ricaduta a terra, non mi ero accorta di non avere una gamba. Non sentivo dolore, ma il silenzio era così profondo da causarmi spavento. Allora ho preferito chiudere gli occhi. Non mi piaceva assistere a quella visione surreale. Finalmente è arrivata mia madre. Mi ha preso in braccio, non era difficile, perchè io ero diventata piccola piccola; mi ha introdotto in una conchiglia per nascondere la mia nudità. Lo scoppio mi aveva strappato i vestiti. Mentre mi deponeva mi accarezzava gli occhi e mi pregava di aprirli. Io non volevo aprirli, vi ho detto anche perchè. “Mamma, sono morta?”, chiesi. E lei: “No, bambina, sei viva. Sono accorsa al tuo richiamo. Ora lascia che papà pianga un po’. I vivi devono piangere, fa parte della loro natura. Ora apri gli occhi”. “Aiutami ad aprire gli occhi, mamma. Non mi si aprono gli occhi”. Poi è arrivato mio padre. Mi sembrava un gigante e mi ha adagiato sul letto. Mi ha detto che dovevo dormire. Gli ho obbedito con gioia e quando mi sono svegliata mi sono ricordata di lei. Non l’avevo più vista. “Domani potrai incontrarla. Si trova qui sullo stesso piano, ma ora riposa”.
Ha riposato per un mese e poi ha deciso di andarsene lasciandoci il suo sorriso. Quando ci sarà la resurrezione dei morti glielo restituiremo”.

Monday, November 01, 2004

Bisogna evitare la vita

Ogni giorno in Israele si uccidono tanti agnelli
E il mondo piange lacrime di gelo,
Mentre affila le lame.
Non è l’inferno, è il mercato.
Non è la morte, è solo un negozio di frutta
Esposta sui banchi.
Frutta che fugge, perchè teme
Gli umori di un ragazzo di sedici anni,
Dal cuore di pietra, che attende
Di essere divorato, dopo averci divorato.
E la metà del mondo vede,
Tace ed ignora.
Anche i figli di cristo dormono
E nessun lamento esce
Dalle loro bocche di colomba.
Questo è il mondo, amica
Solo agonia e sangue sotto i tetti della città.
Poi i morti vengono lavati
E il loro pudore
Protetto da bianchi sudari.
Non è l’inferno, è solo la guerra che passa
Trascinando con sè migliaia di amanti.
Questo è il mondo, amica
Agonia e solo agonia
Perchè la vita non è sacra
Bisogna evitare la vita,
Perchè la vita non è nobile.
Domani gli amori saranno pietre tombali
In una selva di sangue.
Agonia, agonia, questa è la vita, amica.
Che devo fare?
Ordinare la pace?
Denunciare il loro cuore deserto
Che ha offerto te, amica
Per essere divorata?

Il tuo sangue non ha pudore

Il tuo sangue non ha colore
In questa notte di latrati,
Il tuo sangue non ha pudore, amica,
E scorre nudo e furioso sul selciato
Sporco di un nulla senza orizzonti,
Infarinato di polvere e cenere.
Il tuo sangue si è ossidato, amica
E scorre veloce in rivoli sulla strada
E ti vede gemere,
Mentre la sera adirata
Si infrange sulle porte della notte.
Non fuggire attraverso le fessure
Non chiuderti agli ultimi piani,
La morte è trasparente e passa attraverso membrane
La morte e' stata condannata a pulire il sangue
Delle ragazze agonizzanti
Nel silenzio totale dei camerieri,
Dei leccascarpe di sinistra e di destra.
A poco ti serve baciare freneticamente il malvagio,
A poco ti servira' travestirti .
Il male giunge dall'est e dall'ovest
In un mare in cui galleggiano tante anime morte,
Perite per mano di piccoli massacratori,
colpevoli di piccoli delitti,
rei soltanto della piccola morte
di una ragazza qualsiasi.

sono stufa

Sono stufa di leggere mistificazioni.

Sono stufa di essere considerata colpevole perchè amo il mio paese, perchè sono sionista, come se potessi negare al mio popolo un diritto che viene garantito agli altri popoli del mondo, il diritto a vivere in pace liberi nel proprio stato e sulla propria terra ancestrale, di cui si finge di ignorare che i 7/8 sono in mano araba. Io occupo solo un ottavo della mia terra ancestrale, ma anche questo mi vuole essere negato. Come mi viene negato il diritto a vivere e a difendermi.

Sono stufa di sentire affermare che Israele è uno stato assassino, nazista, fascista e terrorista.

Sono stufa di vedere imbrattare la parola olocausto comparandolo a quanto accade ai palestinesi.

Sono stufa di vedere la stella di David associata alla svastica.

Sono stufa di vedere manifestanti con la kefiah, gentaglia che sostiene il massacro dei miei fratelli sugli autobus nei pub e nelle pizzerie.

Sono stufa di vedere come Israele viene condannata perchè costruisce una barriera che salva ogni giorno la nostra vita, mentre delle altre barriere inutili nessuno parla, nessuno parla del muro di Cipro o di quello di Belfast oppure del muro di Ceuta e di tanti altri muri costruiti nel presente e nel passato nel mondo.

Sono stufa di vedere come il mondo tace mentre la Siria e l’Iran minacciano di distruggere il mio paese.

Sono stufa di leggere menzogne. calunnie .

Sono stufa di vedere le brutte facce di tutti i malvagi che plaudono ogni volta che si infierisce contro il mio paese.

Spero che la storia faccia giustizia e vengano tutti smascherati, e il mondo sappia cosa si cela veramente dietro il loro antisionismo.