Friday, December 31, 2004

... come un guscio

Sono poche le cose
Che può offrirti il mio
Malinconico amore.
Perdonami, mio amato,
Ma spesso
Succede che mi stanco
Di vederti e cado sul letto
Mordendo il buio.
Succede che mi stanco
Di vedere i nostri sogni
Silenziosi
E ascolto turbata
I tuoi sospiri e i singhiozzi
E piango
Piango
Piango
Piangendo
Come un guscio
che l’oceano ha scartato

Wednesday, December 29, 2004

Moltiplica le tue porte, Israele


Moltiplica le tue porte, Israele
Metti migliaia di guardie
A proteggere la tua penombra.
Non piegare la testa
Sul tuo petto di luce
E non inginocchiarti
Di fronte ai domatori di rondini
Ai nemici degli usignoli
E soprattutto
Non dimenticare che i popoli della terra
Ti hanno regalato dolore
Ti hanno spezzato il cuore
Facendoti uscire dal petto
Lunghi singhiozzi.

Oh, Israele della mia vita
Avrai bambini più belli
Dei mandorli in fiore
Che d-o ti salvi
Che d-o ti salvi Israele
Madre di mille destini

Moltiplica le tue porte, Israele
Metti migliaia di guardie
A proteggere la tua penombra
Con mille testardi fucili.
Moltiplica le tue porte
Moltiplica le tue porte
Moltiplica le tue porte

Monday, December 27, 2004

Manderò tante email viola

Manderò tante email viola
Perchè si sappia ovunque
La storia di tanto sangue
Voglio che lo sappiano tutti
Che ti hanno tagliato le gambe
Voglio che lo sappiano tutti
Che tu ora assaggi la terra
E non hai ancora imparato
A giacere
avvolta nel tuo sudario.
Oh, Collina di Primavera,
Io ti ho visto quella sera
Quando in preda a mille paure
Ho svoltato, sorpresa,
l’angolo della strada.
Oh, Tel Aviv città del peccato
Moltiplica le tue porte
Metti migliaia di guardie
A proteggere
La tua penombra
Con mille testardi fucili.
Non voglio vedere gemere
I moribondi con le gambe tagliate
Depositate su un vassoio di latta.
E l’odore di narcotico
Stampato nella carne
Non voglio ricordare.
Il nome di tutti gli assassinati.

Saturday, December 25, 2004

Nella citta' di Beit Lechem

Nella città di Beit Lechem è nata
L’innocenza degli uomini.
Lunghe ombre affilate
Sfilano dal nero orizzonte.
Sotto le tremule luci dei candelieri
Le fanciulle cristiane danno al bambino
I loro mantelli di lana
E lasciano scoperti
I ventiduemila innamorati
Che dormono per sempre
Sotto la terra riarsa.
Ecco che lungo una strada
Che porta a Gerusalemme
Passeggia, incoronato di cardi,
Il bimbo che ha rubato
L’amore degli uomini.
Ha gli occhi neri
E la sua voce è verde
Le acque del Giordano
Scorrono avvinghiate al sole.
E quando giunge la sera
Tremano gli eucalipti
E il denso miele d’Israele
Scorre profondo
Assieme al sangue
Di ventiduemila innamorati.
Ora la sua melodia
Dorme con tanti echi
Con toni di mare
E d i latte fresco
Il bimbo che ha rubato
L’innocenza degli uomini
Chiama sua madre
Ma ella non viene
Torna a chiamarla
Mentre suo padre beve
I suoi singhiozzi di pentimento.
Gettate gli aranci al vento
Gettate i candelieri in mare
La luna esce ed entra nella sua stalla
E fugge inorridita dall’ odore di narcotico
Dall’odore di sangue
La morte esce e entra nella sua bocca
E nasconde nelle sue chiome nere
Ventiduemila usignoli che piangono.
Le strade sono deserte
I cuori degli uomini si nascondono
Dietro tendine di seta
I sogni di un tempo lo cercano
E lo tengono avvinghiato alla vita
Un passero incandescente
Becca tremante il suo seno
E lo guarda con occhi rotondi
Strozzando il suo trillo in gola

Thursday, December 23, 2004

Ti ho amato tanto

Io ti ho amato tanto
Ma tu hai voluto seguirmi
Per quella strada.
Va piano, Ronit
Non correre.
Quello che ti attende
Sono buchi e chiodi
Attenta, attenta, Ronit
Ecco che si avvicinano
Vengono dalla vicina Gaza
Porta del grande inferno.
Rimani ancora un po’
Al di qua del Giordano,
Ho aperto la finestra
Per lasciarvi entrare
Tutto il tuo cielo.
Lascia che io ascolti
Il tuo silenzio di farfalla
Incatenata alla morte
Quale terra accoglierà
Il tuo dolore di giglio
Il tuo urlo di mandorlo in fiore?
La luce nei tuoi occhi
Si spegne
Ma tu ancora interroghi le montagne
Rievochi l’illusione della tua vita
Fatta di tanti baci
Svaniti nel nulla.

Monday, December 20, 2004

Solo i sospiri remano

Fra palme e ulivi scorre il Giordano
Ai lati ha due timide sponde
Una di pianto e l’altra di sangue.
Sulle sue acque non frecciano barche
Solo i sospiri remano fino al mar Morto.
Sono i sospiri di Ronit e Yonathan
Morto lui su un campo di grano,
lei sul nudo selciato.
Gli ulivi sono carichi di pianto
Alzano al cielo ondulato
Spirali di dolore muto.
Un pianto caldo come questa terra,
Che implora una pace bianca
Senza bersagli
Con tante sere
E tanti domani.
Le montagne ai lati
Guardano le acque
Rimaste sole nel deserto.

Wednesday, December 08, 2004

per te, Israele

Israele
Spazio puro
Dono inafferrabile di d-o
Sei fatto di pace umiliata
Di colombe trascinate nelle fogne
Fatto di invasori
Con spuma alla bocca
Ma io dormo fra le tue mani, Israele
E bevo il tuo latte misto a rugiada.
Se potessi darei la mia vita
Per l’albero che cresce su di te
Per i nidi di rondini sotto i tetti
Per gli alveari e le viti

Le tue tombe sono piene
di ossa ammutolite
Di bocche azzurre
Sotterrate da poco
Dove il dolore è nascosto
Sotto grandi foglie cieche.
Guardate la mia terra
Guardate Israele, goyim
Se ho tanti fucili negli occhi
E’ perchè tutto attorno
Girano senza sosta
Sciacalli, rinnegati dagli sciacalli
Scorpioni, odiati dagli scorpioni
Serpenti, disprezzati dai serpenti

Per te Israele ogni giorno
Dipingo d’azzurro il cielo
Riempio gli alberi di piume
E trasformo i cardi in aranci
Lascia che la tua poesia
Esca da me gridando

Tuesday, December 07, 2004

La morte cerca una spalla

La morte cerca una spalla
Dove poter singhiozzare
Tinge di rosso gli usignoli,
e piange le ferite della
colomba assassinata.

La morte è disorientata
Non vuole vedere l’angoscia
che sgorga dai tuoi occhi
Non vuole vederti uccisa
in un cielo senza uscita.

Non vuole vedere
Il tuo corallo nudo
Addormentato sugli scogli
La morte ti tocca i polsi
E cerca nel tuo ventre
Il fiore del tuo bambino

La morte stanotte geme
Con voce dal sapore metallico
La morte non capisce
Perchè l’uomo distribuisce
Tante gocce
Sporche di rosso

Ma tu chi sei?

Come una foglia decapitata
Canto la mia occulta passione
E chiedo alla montagna
Di farmi da scudo
Per fermare il desiderio.
Chiedo alla notte
Di non travestirsi in gufo
E di non spingere la luce
Nella penombra
Di un desiderio immaginato,
Frammento di una realtà inesistente.
Ma tu chi sei?
Non posso immaginare qualcosa che non esiste
Ho bisogno di vedere un volto
Per saltare nell’abisso
In cui esistono possibilità infinite.

Sunday, December 05, 2004

Perche' sei venuta

Ronit sta ballando
Sulla spiaggia di Tel Aviv
E sullo sfondo si indovinano
Piccole barche e miriadi di stelle.
Ronit sta ballando
Ha gli occhi che brillano
E sul capo una corona di cardi.
E mentre balla sulla spiaggia deserta
Pensa al ragazzo di due anni fa’
E lo guarda con piccoli occhi
Di usignolo pietrificato.
Ronit medita gravemente
Sui rivoli di sangue
Osserva estatica
Come in un sogno
Orizzonti fissi.
Nella sua bocca
Si addensano
Le ombre massicce
Di tante vite fuggite
Come passeri impauriti
In un lamento di ferro
E pezzi di vetro.
Ronit Ronit Ronit
Piccolo cuore ribelle
Di mandorle e di viole
Io arriverò più tardi
Quando la morte
Mi cadrà addosso.
Ma ora non voglio seguirti
La spiaggia è fatta per vivere.
Non chiedere alla morte
Di portarmi con sè
Una danza è solo una danza
Non posso regalarti la vita
Ma tu non regalarmi la morte
Non sono ancora stanca
E come ti dicevo
Non sono ancora pronta
Questo non puoi negarmelo
Ma dimmi perchè sei venuta
Sulla nostra spiaggia?
Che ci devi fare Ronit?
Ritorna al 6 gennaio
Io non sono ancora pronta.