Monday, December 18, 2006

mille anni fa'

mille anni fa' dai lidi italiani giunse sul mio Giordano un cavaliere fiorentino che volle vendermi vetri colorati. Io non avevo nulla da dargli in cambio e gli detti il mio cuore.

Baci macchiati di gigli
Versi di pura passione
Io vado alla ricerca
Del mio cavaliere stanco.
I monti si sono spenti
E un usignolo
Canta
Malinconico canta
In un gruppo di abeti lontani
Il mio cuore di seta
Di ruscelli e pini
Si è riempito di fiori
Gattini rossi e libellule
Di cavalieri e di sogni
E vuole fuggire lontano
Al di là dei monti
Al di là del mari
Molto vicino alle stelle
Per chiedere a d-o di
Ridarmi
La mia anima antica
Matura di leggende,
Di pogrom e di storia
E vetri colorati.

Sunday, December 17, 2006

Tanti morti giocano a dama

Echi di voci bruciate
Ricordi vuoti di pianto
Spettri di armonia
Circolare ed ellittica,
Fumo di grida e di canti
E un dolore sovrumano.
La luna chiude le palpebre
E si arrende supina al mio canto
Il diamante di stelle lontane
Fugge rapido dall’universo.
Prigionieri di nubi e di sfingi
Sul verde monte lontano
Tanti morti giocano a dama
Con turbanti di nebbia e di luce
E sorrisi impregnati di risa
Di parole e di chiari singhiozzi
Ed antiche innocenze perdute
Le gabbiane sul mare
Fanno l’acqua sonora con flauti
E gli alberi sembrano statue
Che piangono sotto la luna.
Echi di voci bruciate
Ricordi vuoti di pianto,
Spettri di armonia
Circolare ed ellittica,
Fumo di grida e di canti
E un dolore sovrumano

Tuesday, December 12, 2006

e quei camini

Gli arabi con in testa Ahmadinejad bramano una nuova Shoà e invocano l’annientamento dello stato degli ebrei. Ecco il messaggio che si percepisce dal convegno negazionista di Teheran che si conferma un’operazione di pura propaganda di odio anti-ebraico

Finestre aperte
Su campi inesistenti
E quei camini
Quei camini
Senza gente,
Quei bambini
Quei bambini
Quei bambini che son morti
Senza luce del ricordo.
Che dolore
Che dolore
Come è grande la mia pena
Nella notte della terra
Nel preludio della fine.
Tanti morti inesistenti
Senza luce del ricordo
Che dolore
Che dolore
Come è grande la mia pena
Come tante lune bianche
Son scomparsi i vostri nomi
E la morte si è fermata
Si è nascosta dietro ai monti
Che dolore
Che dolore
Come è grande la mia pena

O domatore di colombe

Cantico dei Cantici 1:7
Dimmi, o amore dell'anima mia,
dove vai a pascolare il gregge,
dove lo fai riposare al meriggio,
perché io non sia come vagabonda
dietro i greggi dei tuoi compagni.

O domatore di gabbiane,
Nemico delle iene,
O amore dell'anima mia
Stanotte ti ho aspettato
Su un letto di garofani
E il suono di mille cembali
Feriva l'aria attorno.
In un silenzio di mirti
Ho dimenticato la pace
Ho dimenticato la guerra
Abbandonandole sole
In lontananze deserte.
Stanotte ti ho aspettato
O amore dell'anima mia
Per tessere con te
Le delusioni del mondo
Inventare con te un domani
E chiamare a convegno
Tutte le onde del mare.
O domatore di gabbiane
Nemico delle iene,
Io ti cerco la notte
Per appoggiare il capo
Sul tuo petto di piume
Spegnere le voci
E accendere solo i suoni

Saturday, December 02, 2006

La nebbia sta scendendo

La nebbia sta scendendo
Su torri d’oro e di bronzo.
Baciati dalla luna
Gli olivi sono stanchi
Di antiche profezie.
In questa notte chiara
Qualcosa li spaventa.
La nebbia scende lenta
Sul monte di Sion
Regalando alla morte
Molecole d’incenso.
La nebbia scende lenta
Sul giardino di gelsi
E graffia un po’ confusa
Il lontano orizzonte
Ma in questa notte
Gravida
Di miriadi di stelle
Fluttua
Eterno
Lo spirito di d-o