Sunday, September 28, 2008

L'Italia e' bellezza

Iniziò a piovere. I lampi giocavano sul mare e lo spazio attorno a lei si riempiva di vibrazioni. Iniziò a riordinare i libri. Fra le pagine scorse una cartolina. Gliel’aveva mandata Tal da Bologna e portava la data del 12 dicembre 2002, una settimana prima che rientrasse in Israele. La cartolina le aveva riportato davanti agli occhi il bel volto dell’amica, i suoi capelli biondi, il suo sorriso malizioso quando le parlava di “esercitazioni sessuali”. Lesse a voce alta: “L’Italia è bellezza e la bellezza è l’Italia”. Attraverso la finestra vedeva l’immensa volta del cielo. Un cane abbaiò da un balcone vicino, un latrato debole e sconsolato. L’Italia è bellezza e la bellezza è l’Italia. Karmit sapeva che non ci sarebbe più andata e avrebbe continuato a guardarla da lontano, l’Italia che amava. Gli israeliani non sono ben visti in Italia, pensò. Karmit lo sapeva. Glielo ripetevano ogni sera in Paltalk. No, non ci sarebbe più andata.

Saturday, September 27, 2008

Arabismo equivale a razzismo

Arabismo equivale a razzismo. Questo fenomeno si evidenzia non solo nel conflitto Israelo-palestinese, ma in altri conflitti come ad esempio: il conflitto arabo-berbero, arabo-kurdo, arabo-negro africano, arabo-copto, arabo-sirio, arabo-non arabo in Libano. A milioni di indigeni non arabi è stata negata qualsiasi identità e le pulizie etniche a livello fisico, politico e culturale sono state sempre una prassi nei paesi arabi.
Il nazionalismo arabo è sempre stato oppressivo nei confronti di non arabi, o delle minoranze non arabe mussulmane come gli amazigh, o i berberi, o i kurdi cui sono sempre stati negati diritti politici e civili. Persino i maroniti, pur essendo immuni in Libano da quest’emarginazione guardano con preoccupazione il razzismo panarabo. Il razzismo arabo ha sempre sostenuto l’unità araba e l’islam a spese dei popoli non arabi e non mussulmani. E’ inutile tentare di sviare l’attenzione mondiale dalle atrocità arabe e mussulmane commesse contro cristiani, kurdi, ebrei, israeliani, copti, sudanesi non arabi Non dimentichiamo che il massacro dei kurdi non è mai stato condannato da nessun intellettuale o leader arabo Ciò deriva dal fatto che l’attitudine prevalente nella mente araba è che tutto il medio oriente deve essere arabo. Ciò spiega anche l’attitudine nei confronti di Israele, un paese abitato in prevalenza da non arabi.
Campione di questo panarabismo razzista fu Gamal Abdul Nasser che usava il falso libello zarista °I protocolli degli anziani di SIon” nella sua guerra contro Israele. Sia l’ideologia panarabica che l’ideologia panislamica hanno guardato la Germania di Hitler come modello da imitare. Haj Amin al Husseini espresse la sua ammirazione per il modo in cui i tedeschi avevano risolto definitivamente il problema ebraico. Gamal Abdul Nasser e Haj Amin al Husseini avevano affinità di vedute. Il Mufti: Haj Amin Al-Husseini da Berlino rivolge un discorso alle truppe mussulmane naziste delle SS e dice: “Uccidete ebrei ovunque li troviate. Questo è il volere di d-o, della storia e della religione. Cosi salverete il vostro onore, d-o sia con voi.
L’origine dei sentimenti antiebraici fra gli arabi non derivano da ciò che loro percepiscono come occupazione della Palestina e la creazione di Israele. Già nel 1886 a Petach Tikva effettuarono un terribile pogrom contro gli ebrei che vivevano allora in Palestina Non dimentichiamo i massacri di tutta millenaria comunità di Hevron nel 1929. Questo accadde molto prima della creazione di israele nel 1948 . Per anni si sono registrati attacchi contro insediamenti ebraici da parte di arabi.
Non dimentichiamo neppure per un momento l’espulsione di 900 000 ebrei dai paesi arabi. Faccio notare inoltre che la maggioranza di attacchi antisemitici negli ultimi anni sono da attribuire agli arabi. Molti attacchi contro ebrei sono stati perpetrati da arabi mussulmani francesi contro gli ebrei. Questo accade anche in Inghilterra, in Australia e in molte università americane canadesi.
lI razzismo arabo che demonizza gli ebrei e Israele si è fuso con il millenario antigiudaismo europeo . “Due sono I popoli che d-o non avrebbe dovuto creare: gli ebrei e le mosche " ho letto in un discorso di Haj Amin Al-Husseini.



. Questo razzismo è particolarmente pericoloso perchè l’odio contro gli ebrei viene descritto come volere di allah Il razzismo arabo palestinese è di uccidere solo ebrei in Israele solo per il fatto di essere ebrei,. Ricordate il caso di quell’italiano ucciso a Gerusalemme perchè creduto ebreo? Come ricordate gli arabi hanno subito chiesto scusa. “Non sapevamo che non fosse ebreo”.
Mentre in Israele vivono 1.500.000 arabi con pieni diritti, in nessuno paese arabo è concesso agli ebrei di essere cittadini e neppure di abitarvi. Israele viene accusata di essere uno stato apartheid. In realtà è il mondo arabo a avere apartheid oltre ad essere razzista e intollerante verso le altre religioni,

Non ci sarà pace in medio oriente finche gli arabi non considereranno gli ebrei come esseri umani

Sunday, September 21, 2008

In biblioteca

Karmit seduta in biblioteca stava leggendo alcuni brani della “Biografia di Colonna e Mitelli” del Malvasia, scritta in un italiano contorto. Nonostante le difficoltà a comprendere il testo, Karmit provava una strana consolazione nel leggerlo, come se la lettura le riportasse in vita Tal che a Colonna e Mitelli aveva dedicato gli ultimi mesi della sua vita. Karmit cercò di immaginarla viva nella biblioteca dell’Università di Bologna, intenta a fotocopiare centinaia di pagine scritte in una lingua a lei del tutto sconosciuta. Non capiva perchè quella lettura la commovesse a tal punto. La attivano le ricorrenti immagini di bibliche e mitologiche, le descrizioni accurate dei dipinti dei due figuristi italiani. Rimase così per ore, seduta nella biblioteca fra i libri silenziosi. Poi appoggiò il capo sul tavolo e lentamente scivolò nel dormiveglia. Fu allora che la ragazza sentì la presenza gelida dell’angelo della morte, paziente e silenzioso. La luce del tramonto illuminava la sua capigliatura rossa. La faccia nascosta nell’incavo del braccio, il collo scoperto, sembrava una vittima sacrificale.

Cercai di immaginarla viva
In una giornata di sole,
Quando il mare verde danzava
Ebbro sulla nostra spiaggia,
O in quelle sere di sogno
Quando sulla riva del fiume
Ballavamo la hora
E i suoi lunghi ricci biondi
Si dondolavano lenti sotto i rami d’ulivo.

Saturday, September 20, 2008

Cammello impazzito

I primi giorni in accampamento trascorsero lenti e monotoni, Diciotto anni sono pochi per capire che sconfiggere il nemico passa necessariamente attraverso giornate di noia, ma quella non guerra e non pace era un inferno per lei.
Dalla finestra della baracca che le era stata assegnata aveva intravisto una tomba solitaria sulla collina di fronte. Dietro il reticolato dell’accampamento ai piedi della collina si allungava una valle. bellissima. Quella tomba incurante del sole l’attirava moltissimo e Karmit decise che alla prima occasione si sarebbe recata a vederla da vicino. E l’occasione non tardò ad arrivare Il suo comandante le aveva chiesto di recarsi al moshav vicino per acquistare un pezzo di ricambio per la jeep, in attesa che arrivassero i rifornimenti. Strada facendo successe qualcosa che scombussolò i suoi piani: un cammello impazzito le attraversò la strada. Karmit sterzò di scatto . Il cammello sfrecciò via, poi scomparve. Karmit si rese conto che il cammello avrebbe potuto ucciderli entrambi ed allora comincio a tremare
Che cosa ridicola vivere in un paese in cui i ciechi dispensatori del male, provenienti dai vicoli di Gaza distribuiscono la morte ogni giorno, essere uccisi da un cammello impazzito. Era assolutamente ridicolo.

Thursday, September 18, 2008

Preghiera

Karmit si svegliò in preda al terrore Ai margini di un sogno aveva intravisto Tal. La vista dell’amica l’aveva riempita di spavento. Si svegliò di colpo, si alzò dal letto ed iniziò a pregare: “Sia lodato il tuo nome in eterno oh nostro d-o che hai creato angeli soccorrevoli che stanno sul tetto del mondo e in toni dolci e limpidi innalzano una sacra melodia”. Improvvisamente il significato di queste parole che ripeteva sin da bambina non le era più chiaro. Pensò che quella preghiera fosse stata scritta pensando ad una terra lontana, una terra di latte e di miele, ad un eden scomparso dal mondo. Che significato avevano per lei che abitava in una terra crudele che divorava i suoi abitanti? Aprì la finestra e vide l’aurora giungere vacillando sulla riva del mare, vide le strade i violini e i negozi ed iniziò a cantare:

Le strade sembrano corde
Di un immenso violino.
I negozi non respirano ancora
E i manichini nelle vetrine
Aprono gli occhi
Svegliati dallo spavento.
La morte entra ed esce
Dai bar e dalle case
E nelle strade deserte
C’è odore di sale e di sangue
Il silenzio è morso
Dall’abbaiar dei cani.
Il violino a distanza
Strappa lacrime ai sogni,
E sotto le torri di bronzo
Trema la mia poesia
E canta
Canta
Canta.

Sunday, September 14, 2008

filo di paglia

Dopo la morte di Tal, Karmit sembrava inconsolabile. Non usciva dal letto neppure per accendere le candele dello shabbat. Suo padre la pregava incessantemente di accettare il destino. Ma Karmit si rifiutava di essere consolata. Respingeva con forza qualsiasi manifestazione di tenerezza da parte di suo padre. Era assente, pallida, incapace di dormire e rifiutava il cibo, indebolendo in tal modo le sue ormai scarse risorse fisiche. Il tempo si era come fermato per lei. I suoi amici avevano iniziato a disertare la sua casa. Non le perdonavano la sua sofferenza che reputavano sproporzionata. In fondo, dicevano, le è morta un’amica. Non ha perso un figlio e Tal era anche loro amica. Questo stato di cose aggravava il suo stato di salute causando grande preoccupazione ai suoi cari: si era appesa a questa disgrazia come qualcuno che sta per affogare si appende ad un filo di paglia.

Il mio Giordano antico

Il mio Giordano antico
Sommerso nella penombra
Scorre lento
E con mano trasparente
I gigli del Sharon
Trasforma in rose.
Il mio Giordano geme
Nel suo percorso assurdo
Che lo costringe a unirsi
All’amato suo mare.
Mille ragazze vive
Frementi sotto le gonne
Tracciano tremanti
Spirali di sospiri,
Agitando nel buio
Grandi magnifiche ali.
Il mio Giordano
Scende lento
Verso il Mare del Sale
Incatenato a ritmi
Ellittici e circolari.
Il mio Giordano antico
Sommerso nella penombra
Scorre lento
E con mano trasparente
I gigli del Sharon
Trasforma in rose.

D-o disse: «Sia la luce!». E la luce fu.

Karmit invocò il desiderio di essere avvolta nel silenzio più completo; il cinguettio degli uccelli nel giardino la disturbava. Ed ecco che una grande luce accecò il suo sguardo illuminando il volto di Tal. Cos’era? Era la luce del tramonto che danzava sul volto immobile di Tal? Era stato un fulmine nel cielo? Pensieri le passarono nello spirito subito cacciati da due versetti della genesi.
D-o disse: «Sia la luce!». E la luce fu.
D-o vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre.
Poi il tempo si fermò e Tal si fuse nell’eternità.
Karmit aveva assistito al miracolo della creazione dell’universo.

Tuesday, September 09, 2008

Viva la liberta'!

La distruzione di Gerusalemme e del tempio nel 70 d. C da parte di Tito colpisce il popolo ebraico. Migliaia di ebrei periscono nell’assedio di Gerusalemme, decine di migliaia vengono venduti come schiavi.

Nonostante la caduta di Gerusalemme vari gruppi ribelli non si arresero. Uno di questi gruppi durante la guerra civile si impossessò della fortezza di Massada. . Per loro la distruzione del tempio non fu motivo di resa, al contrario si prefissarono di continuare nella resistenza. Circa 960 uomini donne e bambini riuniti nella fortezza costruita da Erode, presero la decisione di non arrendersi. Nel 72 d.C. una legione romana completa appare di fronte alla fortezza. Dopo lunghi mesi di tentativi di occuparla i romani salirono una torre (forse questo non è il termine esatto) che avevano costruito, aprirono il muro con le macchine da guerra ed incendiarono una seconda muraglia interna. Il capo degli assediati, Elazar Ben Yair capì che la lotta era persa e che non sarebbe più stato possibile resistere. I difensori di Massada decisero di suicidarsi invece di cadere nelle mani dei romani ed essere venduti come schiavi o uccisi nei circhi, la peggior umiliazione che potesse subire un combattente per la libertà. Solo due donne e cinque bambini sopravvissero al suicidio essendosi rifugiati in un acquedotto e narrarono l’accaduto.
L’indomani all’alba i romani uscirono dall’accampamento per intraprendere la battaglia finale contro gli assediati. Armati fino ai denti misero ponti sulle aperture delle muraglie e salirono sulla montagna disposti alla lotta, ma nessuno venne loro incontro. Trovarono solo i corpi dei 960 assediati.

Dopo la nascita dello stato d’Israele nacque il bisogno di un simbolo di eroismo che unisse il popolo ebraico attorno alla sua bandiera. La scelta cadde su Massada che si innalza di trecento metri sulla costa sud-ovest del Mare Morto, in uno scenario arido e lunare . Il coraggio e l’unità dei 960 eroi devoti ad un solo d-o che scelgono di suicidarsi piuttosto che consegnarsi all’invasore romano, avrebbero illuminato la strada della nazione ebraica..
Questa abitudine venne interrotta per motivi ideologici. Infatti si pensava che la tragica fine dei combattenti non doveva essere perpetuata. Ciò nonostante Karmit e Tal decidono di recarsi a Massada con un gruppo di reclute diciottenni e di effettuare la cerimonia in forma privata. L’iniziativa partì da Karmit e furono in molti a seguirla. Giunti sul Mar Morto una domenica pomeriggio iniziarono ad inerpicarsi. Avevano lasciato le jeep sulle rive del Mar Morto Karmit non ricordava di aver mai conosciuto un caldo simile. C’erano 45 gradi. e l’aria era come in fiamme. Giunti sul pianoro giurarono fedeltà sul monte Massada cogli occhi rivolti verso Gerusalemme. Nella mano sinistra tenevano il libro della bibbia e colla mano destra toccavano il cuore gridando all’unisono: “Io giuro, io giuro, io giuro!”. Poi rivolti verso la bandiera israeliana cantarono l’inno nazionale, Hatikvah.
Fu un’esperienza indimenticabile.

non sono io, non sono io ad essere morta.

Karmit si era fatta dare vecchi giornali. Seppe così che c’erano stati 39 morti fra cui molti lavoratori illegali e oltre 100 feriti, di cui 9 versavano in gravi condizioni. Gli altri avevano riportato ferite di media o lieve gravità. L’esercito aveva diffuso alla radio una notizia in varie lingue in cui invitava i feriti lievi a recarsi in ospedale per farsi curare e aggiunse che una volta curati non sarebbero stati cacciati dal paese.
Karmit sapeva che Tal era stata ferita ma nessuno le aveva spiegato esattamente in che condizioni versava.
Aveva chiesto più volte di andarla a vedere “Non possiamo muoverti”, le era stato detto. Un giorno entrò l’infermiera e le comunicò che il pomeriggio sul tardi l’avrebbero portata da lei. Karmit alla notizia fu presa dal panico. Tenebra grevi le opprimevano il petto.. “Ti senti bene, bambina?” le chiese suo padre. “Sono stanca”, rispose Karmit.
Il pomeriggio puntuale arrivò un infermiere. che la portò in ascensore al quarto piano. Attraversarono un lungo corridoio. L’infermiere parlava in continuazione, ma Karmit non l’ascoltava. Poi sostarono in una saletta. Le fu offerto un thè con delle brioches. Karmit mangiò lentamente con gesti delicati come se si trovasse ad una cena ufficiale. “Non temere”, disse l’infermiere, lasciandosi sfuggire un’occhiata alla porta. Poi aggiunse con tono professionale “Ti faccio un’iniezione”.. Entrarono nella stanza. Tal era sdraiata assolutamente immobile. La luce del tramonto danzava sul suo volto. Karmit la scrutò e per la prima volta in quegli anni che aveva condiviso con lei sentì un moto profondo di compassione. “E’ morta?” chiese tremando. “No, non è morta, ma non sta bene”. Karmit distolse lo sguardo da lei. No, non voleva vederla. Non voleva saper nulla di lei. Lanciò uno sguardo alla grande finestra che si apriva sul giardino e soffocò un grido. Senti come se qualcuno le strappasse il cuore e i polmoni dal petto. ”Portami via da qui”, chiese implorando.

Sunday, September 07, 2008

Il tuo nome e' il mio segreto

Quando le fu comunicato che Tal era morta, Karmit rimase in silenzio.
“Cosa facciamo ora?” chiese con voce pacata.
“Nulla. L’esercito sta organizzando una cerimonia commemorativa Vorrebbero che tu pronunciassi un discorso. Te la senti?
“No”, rispose Karmit, “Tu sei migliore a parlare”.
Karmit non riusciva ad affrontare la vita. Passava le sue giornate sdraiata sul letto e rimaneva sveglia ascoltando Tal, osservando Tal, conversando con Tal. La sentiva, la toccava, udiva la sua voce. Karmit sapeva che Tal sarebbe sempre ritornata anche in futuro per tutta la vita. Lo psicologo dell’esercito le aveva consigliato di distrarsi e l’aveva introdotta nei segreti di internet, così Karmit entrava in una stanza italiana di Yahoo per farsi uccidere ogni sera dal loro odio per lei per il suo paese per gli ebrei. Con loro che la odiavano riusciva a parlare, ma non riusciva parlare con le persone che amava. Voleva farlo ma le parole si rifiutavano di uscire dalla sua gola.
Non provava ira e neppure dolore, solo un senso di vuoto e di confusione..
Ogni tanto suo padre la guardava attraverso la porta con occhi indagatori.
“Stai dimagrendo, Karmit” diceva, “Devi mangiare”.
“No, papà, sto bene” .
“Nessuno può star bene quando perde un amico”, diceva tristemente.

La notte è appesa al cielo
Un po’ stupita.
L’orizzonte incenerito
Assume forme strane
Un delirio di nardi
Inceneriti
Di viole
Decapitate
Invade le strade
Solo ora arriva
L’eco di quel giorno
Non lontano
Del passato
Un passato inabitabile.
Io la guardo
Io la sento
Io la tocco
Io la vedo
E canto l’ansia e la paura.
Oh ragazza delicata
Amica mia
Muta e lasciva
Il tuo nome è il mio segreto

mistero della creazione

Oggi ho cercato il silenzio
Sul mio guanciale.
Ho accarezzato la sponda del letto
E dietro ai vetri della finestra
Ho provato lo stupore
Della bellezza definitiva
E selvaggia
Che fluttua
Fra contrari equilibri
Sdraiata nel suo letto Karmit non riusciva a prendere sonno. Ascoltava la notte e la sua mente spaziava in un ricordo del suo passato quando lei e Tal facevano il servizio civile al kibbutz Nir David, prima di essere arruolate. Fu allora che per la prima volta assistette alla nascita di un essere vivente: un vitello. Karmit aveva 18 anni e quando qualcuno degli amici parlava di cazzi, rideva con complicita' maliziosa. Ma fu quel vitellino a svelargli il mistero della creazione nella sua infinita gloria e magnificenza. Ricorda l’emozione, le sue urla di gioia e il pianto Si era sentita inghiottire da d-o.

Saturday, September 06, 2008

Avevo un'amica

Avevo un’amica
Che una notte di gennaio
Bussò insolente
Alle porte dell’eden.
La luce attorno
Era strana e violenta:
Sangue e grida d’amore
Fiamme e urla di passione
“Non te ne andare, amica”
E lei rispose:
“Lasciami salire
Sui gradini del cielo
Dove arpe e violini
Suonano sublimi,
Eterni ritornelli.
Là troverò la luce
Le sue labbra
E i miei sospiri”.
La nebbia ora sale
Dagli abissi
E i fiori
Sui balconi
Celano esitanti
I petali alla luce.
Perchè una notte di gennaio
La mia amica.
Bussò insolente
Alle porte dell’eden.
Avevo un amica
Un’amica
Un’amica
Ed era la mia amica

Wednesday, September 03, 2008

raffiche brevi

Raffiche brevi di pioggia sigillavano i bordi delle sue finestre e l’ultima luce del giorno si sfaceva nel crepuscolo. Karmit non riusciva a smettere di pensare a lei, all’amica. Tal assillava i suoi sogni: erano sogni di orrore pieni di visioni distorte della ragazza che urlava alle pareti incuranti le sue paure. Karmit si svegliava tremando al suono del suo grido d’aiuto, ma il buio popolato di incubi le cadeva addosso. Per calmarsi cercava di immaginarla viva in una giornata di sole, quando il mare verde danzava ebbro sulla bianca spiaggia o in quelle sere di sogno quando sulla riva del fiume ballava la hora coi ragazzi del vicinato.

Monday, September 01, 2008

Play back

La prima domenica del mese di gennaio Tal e Karmit giravano per la città. Karmit amava le sue sinagoghe, i giardini, le case in stile Bauhaus, gli alberi, il timido fiume Yarkon. Sembrava abbracciare il tutto con gli occhi. Lo si notava dall'espressione del viso quando si guardava intorno inebriata dal cielo azzurro e dal profilo sinuoso delle fontane. Nei cortili delle sinagoghe inondate di sole si chinava per accarezzare la terra, osservava con occhi dl luce i garofani e i gigli nei negozi di fiori.
“Buoni sono gli astri che d-o ha creato colmi di splendore” salmodiò Karmit. Tal l’ascoltava tremante. Fino al calar della sera discussero di politica e di preghiere. Poi si sedettero in silenzio a guardare la notte che inghiottiva le strade e le case.
Karmit disse: “Prega d-o di mandare il suo angelo a salvarci”.
La sua preghiera era sbagliata, inadatta. Invece dell’angelo arrivò un demone dalle ardenti mani sudate.