Sunday, June 21, 2009

Sotto il cielo di ZIon

Due gabbiani innamorati
Lui bruno e lei rossa,
Si baciano al crepuscolo.
Contemplano l'orizzonte
Ubriachi di luce e di stelle.
Sognano l'amore
Sotto il cielo di Zion
E sentono nostalgia
Degli eterni giardini dell'eden.
Come era bello il sorriso
Che avevano sulle labbra!
Due gabbiani innamorati
Lui bruno e lei rossa,
Si baciano al crepuscolo
Come era triste il dolore
Che avevano nel cuore!
Due gabbiani innamorati
Lui bruno e lei rossa,
Si immergono alti nel cielo
Ricamando coi loro sospiri
Pini solitari e gelsi fioriti

Friday, June 12, 2009

Ninna nanna

Brezza nei viali
E il vento sul Carmelo
Grandi farfalle notturne
Dal cuore d’argento,
Stormi di uccelli nel cielo,
In lontananza
Il latrato dei cani
E tu che cantavi
Por farmi addormentare.
Sotto le stelle tremule
Del cielo distribuivi
Con la tua voce azzurra
Frammenti di luce
Alla penombra viva
Della mia culla.
Ricordo ancora ogni nota
Della tua ninna nanna
E le parole monotone
Che ripetevi:
Bayushky bayù, bayushky bayù
Sembravi eseguire un ordine
Come se tu ascoltassi
Le voci imperiose
Che scivolavano
Dal tuo sangue
Penetrando in me
Come spade di luce.
Triste e monotona
Vibrava nell’aria
La tua ninna nanna
E malinconica
Come il respiro dell’acqua, soave
Come il tremore delle foglie,
Semplice e patetica
Con quel suo ritmo slavo, un po’ obliquo,
Filtrato attraverso
Paesaggi lontani
Diaspore antiche e recenti
E bruciate
E ardenti.
Tristezza di culla
Nella mia terra tragica
Col ritmo lento
Pieno di acuto mistero
Bayushky bayù, bayushky bayù

Tuesday, June 09, 2009

Grazie Gregorio

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Thursday, June 04, 2009

sono forse sfacciata?

Martedì mattina, alle undici in punto in Israele le sirene hanno iniziato a suonare. Sapevo benissimo che si trattava di un’esercitazione e che nessun pericolo incombeva sulla mia bambina, ma quella sirena così anacronistica, banale e stridula mi ha gelato il sangue nelle vene.

(Seicentotredici cavalieri
Stanno arrivando dal mare
Per portarci nell’eden
Dove tremano i canti
Dove le arpe e i cembali
Risuonano allegri nell’aria,
Dove i sogni non piangono
E i singhiozzi restano
Prigionieri in gola.)

Poi ci siamo sistemate nella camera di sicurezza, rifornita di tutte le comodità (radio, computer, acqua, candele e qualche biscotto , tre libri, un trenino con le rotaie e un vaso per fare la pipì in caso d’emergenza). Forse vi sembro patetica, ma non è così. Non credo sia sfacciataggine chiedere di vivere qui come si vive a Roma, Londra e Madrid, vivere in un mondo senza rifugi antiaerei, senza camere di sicurezza, senza maschere antigas. Vivere in un mondo in cui nessuno minaccia di cancellare il mio paese, un mondo in cui nessuno punti missili balistici contro le mie valli e colline, voglio vivere in un mondo in cui prima di entrare al supermercato nessuno sottoponga la carrozzina di mia figlia a controlli di sicurezza. Voglio vivere in un mondo in cui davanti al giardino d’infanzia il padre di mia figlia non si trasformi in guardia armata.

Sono forse sfacciata?

Gattina rossa di pelo

C'era una volta una gattina
Tutta rossa di pelo
Con graziose lentiggini
Ssparse qua e là.
Non andava pazza
Per gli altri gattini
Perché era molto snob,
Ma il miele le piaceva moltissimo.
Tutto il giorno correva sui campi
E nel vederla così veloce
Sua madre diventava
Letteralmente matta.
Annusava l'odore dei fiori
Accarezzava con gli occhi i mandorli
Ma soprattutto
Le piaceva moltissimo il miele.
Lo beveva avidamente
E poi si leccava le labbra.
Un giorno, quella sfacciata,
Andò da un leone
Anche lui tutto rosso di pelo
E gli chiese: "Signor leone, avrebbe un posto
Piccolo, piccolo nel suo cuore per me?"
E il leone le disse
"Ma tu cosa sai fare?"
Rispose la gattina:
"Io so fare molte cose:
So graffiare,
Innervosire,
Irritare
Ma soprattutto mi piace il miele
"Il leone rispose:
"Vattene, gattina!
Ho abbastanza guai
Anche senza di te.
E poi tu sei piena di miele
Che mi si appiccica al pelo,
Trovati un altro cuore".
"La prego"
Lo adulò la gattina
"Mio magnifico signore,
Mi lasci solo dormire
Un po' sulla sua schiena".
E il leone, gonfiando il petto
Le rispose seccato:
"Io sono un leone
E tu chi ti credi di essere?"