Saturday, July 30, 2005

Le acque del Giordano
Scorrono abbracciate al sole.
Tremano gli eucalipti
Sospirano gli aranci in fiore
E i corvi sui rami di gelso
Mi guardano con occhi rotondi.

Chiamo mia madre
E lei non risponde.

"Gettate gli aranci al vento
Gettate i candelieri in mare
"Dicono i ragazzi morti
E le gabbiane sul mare
Bevono i loro singhiozzi .

Chiamo mia madre
E lei non risponde

La luce esce ed entra
Nella stanza di ospedale
E fugge inorridita
Dall'odor di narcotico
Dalla vista del sangue.
"Gettate gli aranci al vento
Gettate i candelieri in mare"
Ripetono in coro gli amanti

Chiamo mia madre
E lei non risponde

Ora la morte nasconde
Nelle mie chiome rosse
Ventiquattromila usignoli
Che strozzano il canto in gola


Chiamo mia madre
E lei non risponde

Una gabbiana incandescente
Becca tremante il mio seno
e guardandomi con occhi tristi
Mi appoggia un bacio sul viso.

Chiamo mia madre
E lei non risponde

Non temere di venire al mondo

Vorrei morire tanto sei dolce
Avvolto nella tua acqua buona
Non temere di venire al mondo,
Gli assassini non ti toccheranno
Senti come scendono
Precipitosi le scale?
Ad attenderti ci sono io
Con alberi e nidi,
Con acque dorate
Rampicanti antichi
E piccole gabbiane
Verdi e azzurre che
Metteranno nidi
Nei tuoi capelli rossi.
Per te costruirò città d’oro
E i tuoi occhi vedranno
Respirare il Giordano
Fremere i boschi
Sorridere i cieli .
Vorrei morire tanto sei dolce
Avvolto nella tua acqua buona
Non temere di venire al mondo
Gli assassini non ti toccheranno
Senti come scendono
Precipitosi le scale?
Metterò corone di stelle
E tante lune
Sul tuo capo puro
E intesserò nei tuoi capelli
Fili con verdi riflessi
Non temere di venire
Al mondo
E soprattutto
Non dimenticare
Di portare con te
Le gambe, gli occhi,
Le unghie
E il cuore
Vedi l’arcobaleno in cielo?
Vedi l’albero del mio gelso?
Vorrei morire tanto sei dolce
Avvolto nella tua acqua buona

Tuesday, July 26, 2005

uomo ebreo solo

Morte ignorata
Morte pronta
Ad essere servita
Come un piatto prelibato
Per domani.
Morte frenetica
Preparata nei dettagli
Nelle cattedrali di cenere.
Morte che fluisce
Dalle gole
Dei santi padri a Roma,
Come pioggia di odio.
Solitudine impazzita
Di Israele,
Trionfo
Del regno
Gelato del male.
Gabbiane
Atterrite,
Oppresse,
Gettate come inutile mercanzia
In campi di fango scuro.
Verità nascoste
E taciute.
Dorme la giustizia
Dormono le colombe
Solo miele gelato
Si riversa dalla bocca
Dei santi padri silenziosi
Che vogliono ignorare
Le piccole morti di ebrei
E oggi come ieri
Nascondono sotto terra
I prati di sangue.
Uomo ebreo solo
Nella sua piccola morte
Di ieri e di domani.