Sunday, August 26, 2007

La ragazza e le formiche

Ho visto una ragazza
Col volto insanguinato
Seduta sul marciapiede
Che singhiozzava.
E mentre tutta la polvere
Di Eretz Israel
Riempiva l'anima sua
La ragazza contemplava
La bellezza inutile
Di piccole formiche
Che divoravano pezzi rosa
Di una gabbiana schiacciata
Dalle onde del male.
Allora d-o le pose nelle pupille
Un piccolo microscopio
Per aiutarla a capire
Che anche le formiche
Sono intense come il mare,
I rivoli di sangue
Sorprendenti come i boschi
E una gabbiana morta
E' ricca di melodie latenti,
Con centri nervosi
E tanti ramoscelli di sangue.
Che tutte le forme
Hanno una bellezza identica.
La ragazza non chiedeva pane
Ma solo la pietra preziosa
Di ogni giorno che passa.
Voleva essere padrona assoluta
Della realtà poetica
E essere esperta solo
Nei cinque sensi che aveva.
Voleva che la bellezza
Del mondo che vedeva
Si radicasse in metafore,
In pura poesia
Dipinta con acquarello.
Ho visto una ragazza
Col volto insanguinato
Seduta sul marciapiede
Che singhiozzava.
E mentre tutta la polvere
Di Eretz Israel
Riempiva l'anima sua
La ragazza contemplava
La bellezza inutile
Di piccole formiche
Che divoravano pezzi rosa
Di una gabbiana schiacciata
Dalle onde del male.

Saturday, July 07, 2007

Oh come canta la notte!

Oh come canta la notte!
Come canta la mia notte
Sulla riva del mare.
Vorrei svegliarmi domani
Con d-o che mi tiene per mano
Portandomi soavemente
In un mondo di pace.
Non voglio tutta la pace
Io mi accontento di un raggio
E di un sogno soltanto:
Mi basta guardare la luna
Che sparge nel cielo infinito
Trasparenti spessori di viole
Di anemoni e margherite.
Io mi accontento di poco
Mi basta un raggio di pace
Mi basta guardare la luna
Che copre con luce verde
La mia città dormiente.
Oh come canta la notte!
Come canta la mia notte
Sulla riva del mare.
Lasciatemi solo il mio sogno
In cui ogni notte mi appare
La pace
Misteriosa, trasparente
E bellissima.
Oh come canta la notte!
Come canta la mia notte
Sulla riva del mare.

Monday, July 02, 2007

In un silenzio d'ali

In un silenzio d’ali
Il giorno trema
E come un lampo guizza via
Per l’orizzonte.
Vertiginosamente pallida
E smorta in fronte
Io guardo
Un fiore azzurro
Solitario
Irresistibile
Raggio di sole
Convertito in fiore.
Da che abissi estrai tu la tua bellezza
O fiore solitario del Gilboa?

Thursday, June 21, 2007

A Magdi Allam

Nobile figlio di Hagar,
Vivevi in un rione
Pieno di aromi e di bambini
Sotto il volto secco del Cairo.
Era un gran vocio per le strade
Un sapore di spezie orientali
Di pane palpitante e di ceci,
Di sesamo e di baklaua
E di latte e di miele
Ti ribolliva il cuore.
Ma una mattina di giugno
Tutto prese fuoco
E dal suolo riarso
Gialli scorpioni uscirono
Dalle usanze indomabili,
Banditi faraonici
E generali dal cuore di pietra
Che invocavano
Il sangue dei bambini.
Oh nobile figlio di Hagar
Vieni, vieni a vedere
L’antico sangue oscuro
Che scorre per le strade.

Tuesday, June 19, 2007

Magdi, malinconico paladino

In risposta alla ignobile lettera di Gad Lerner, indirizzata a Magdi Allam

Ignora il latrato dei cani, Magdi
Ignora quel prodotto comunista,
Quel feretro triste
Che lento risale
Il fiume dei morti,
Quell’abito senz’anima
Che con la morte nelle ossa
Vuole scacciare
I gabbiani dal mare.

Magdi, malinconico paladino
Di un messaggio di vita,
Inseguito dalla infinita schiera
Di scarpe industriali
Grande fecondo e magnetico Magdi
Ls tua voce mi è giunta
Semplice e stellata
Semplice e lontana.

Saturday, June 16, 2007

Brezza ondulata nell'aria

Brezza ondulata
Nell’aria,
Brezza rossa
Sui ponti
E brezza obliqua
Di spade
Che sviene scontrandosi
Contro il selciato.
Occhi aperti
Nell’aria bruciata,
Bellezza vuota
Di nostalgie
E di sogni.
Come tremava il lampione!
D-o mio,
Come tremava il lampione
Quella notte
Sotto gli archi!
Brezza ondulata
Nell’aria,
Brezza rossa
Sui ponti
E brezza obliqua
Di spade
Che sviene scontrandosi
Contro il selciato.
Brezza rossa
Sui ponti
Brezza rossa
Sui ponti
E azzurra nel fiume sacro.

Wednesday, June 13, 2007

Dieci promesse d'amore

Dieci grida
E dieci fiumi di sangue
Dieci arpe
E dieci sogni
Senza speranza,
Senza speranza.
Una gabbiana impaurita
Inseguita da dieci scorpioni
Bussa a tutte le porte
Mentre la luna opaca
Spegne la luce verde
La notte la chiama tremando
E la gabbiana impaurita
Vola ai piedi del monte
Spargendo nell’aria e al vento
Odore di fiori recisi.
La luna col cuore spezzato
Nasconde sotto le palpebre
Dieci fucili inconcreti
E il cielo chiude la porta
Ai rumori acuti di guerra.
Dieci grida
E dieci fiumi di sangue
Dieci arpe
E dieci sogni
Senza speranza
Senza speranza
Senza speranza
Oh luna luna luna
Oh cielo cielo cielo
Accendete per lei
Dieci promesse d’amore.

Tuesday, June 12, 2007

La gabbiana si e' stancata

La gabbiana si è stancata
Di essere profetica
E quasi per abitudine
Piange sotto la luna.
Bianca gabbiana,
Viva lezione di vita
Sotto la luna dormiente
Tu lentamente voli.
Avvolta in un turbante
Di nebbia calda e di viole.
Casta gabbiana
Tu voli tranquilla
Per portarmi un cristallo
Imbevuto di risa
Di parole e di suoni
E chiudi le mie ferite
Sotto la luna dormiente.
Nell’aria d’estate
Spezzi in mille frantumi
L’azzurro del cielo,
Spettro di armonia
Di grida e di canti
E riempi di lacrime
Il Giordano
E il Mare del Sale.
Vieni per dirmi
Nelle notti oscure
Le tue parole infinite
Senza respiro nè labbra
E mi trascini nel cielo
Pieno di echi ,
Di grida
E di musica eterna.
La gabbiana si è stancata
Di essere profetica
E quasi per abitudine
Piange sotto la luna.

Saturday, June 09, 2007

Due alberi aspettano il sole

La nebbia copre in silenzio
La mia città dormente.
Con l’acqua alle caviglie
Due alberi aspettano il sole
E sotto il muro del tempio
Non si ode che il pianto.
Io voglio solo dormire
Il sonno delle viole
Con l’udito pieno di accordi.
Non voglio che mi ripetano
Che le bocche morte
Invocano sempre l’acqua.
Io voglio solo dormire
Il sonno delle rose
Non trascinarmi i ricordi
E lasciarli soli nel petto.
Io voglio solo dormire
Il sonno dei gigli bianchi
Con l’udito pieno di arpeggi
Non voglio che mi ripetano
Che i morti non hanno sangue.

Friday, June 08, 2007

La morte arriva sempre travestita da rosa

Gli alberi tessono il vento
Mentre le rose del campo
Lo tingono di profumo.
La morte arriva sempre
Travestita da rosa.
Mano di brezza notturna
Accarezza il viso alla luna
Mentre da campi occulti
Avanza lenta la morte.
Sul mio cammino grigio
Ho visto una rosa in fiore
Piena di luce e di vita
E di fragranza sottile,
Di nostalgia di tristezza.
La morte arriva sempre
Travestita da rosa.
Dai monti azzurri e verdi
Risuona un’eco sonora,
Eco di mani ineffabili
Sotto la luna perpetua
Gli alberi tessono il vento
Mentre le rose del campo
Lo tingono di profumo.
La morte arriva sempre
Travestita da rosa.

Saturday, June 02, 2007

Israele è l’unico paese al mondo in cui i mandorli bianchi fioriscono in gennaio

Se vuoi boicottare Israele fallo pure. Ti voglio solo mettere in guardia sulle conseguenze, dato che potresti uscirne perdente
Controlla tutte le medicine che usi e verifica se molte di queste non sono di produzione israeliana. Se vuoi boicattarle fallo pure: la tua salute è un problema tuo.
Chiedi ai tuoi amici che soffrono di sclerosi multipla di ignorare la patente israeliana che può diagnosticare e curare la loro malattia.
Togli la speranza alle milioni di vittime di apoplessia di non usare lo strumento israeliano che consente loro di stimulare elettricamente i muscoli degli arti.
Chiedi alle mamme dei bambini che soffrono di problemi respiratori di non utilizzare il sistema israeliano di inalazione che consente loro di vivere una vita normale.
Ignora la ricerca dell’università Ben Gurion nel Negev che è riuscita a creare anticorpi capaci di neutralizzare il virus contagioso del vaiolo senza gli effetti concomitanti che ha l’attuale vaccino.
Fingi non ignorare le scoperte dei premi nobel in chimica Ciechanover e Herschko capaci di modificare il sistema immunitario.
Chiedi alle donne che devono subire l’isterectomia di non utilizzare il sistema Ex Ablate 2000 che offre un’alternativa non invasiva alla isterectomia.
Chiedi ai malati di Parkinson di rinunziare ai vantaggi delle ricerche del Centro medico Hadassah che elimina le manifestazioni della malattia tramite una tecnica di stimolazione de cervello.
Chiedi a milioni di persone di rinunziare al vaccino contro l’influenza.
Butta il tuo computer dalla finestra dato che gran parte dei sistemi operativi sono stati sviluppati dalla Microsoft-Israel, dato che la teconologia Pentium NMX chip è stata ideata dalla Intel Israele e che il microprocessore Pentium e il processore centrum sono stati totalmente sviluppati e prodotti in Israele.
Non usare il mail voice sviluppato nel 1996 da due ragazzini israeliani
Tieniti quindi la tua cagionevole salute e rinunzia al computer.
Ma le cattive notizie non finiscono qui. .Dovrai rinunziare anche al telefono cellulare dato che questa tecnologia è stata sviluppata da Motorola Israele da scienziati israeliani.
Ti senti insicuro? Ne hai tutti I motivi dato che la tua sicurezza poggia sull’inventività israeliana derivata dalla necessita’ di proteggere I nostri cittadini dal terrore palestinese da te incoraggiato.
Voglio inoltre ricordarti che Israele ha la più alta proporzione di laureati nel mondo
Voglio ricordarti che Israele pubblica riviste scientifiche nel rapporto di 109 ogni diecimila abitanti, che è la percentuale più alta del mondo.
Israele dopo gli USA deposita il più grande numero di patenti nel mondo.
Israele dopo gli USA ha la più alta concentrazione di società Hi-tech.
Israele ha il più gran numero di musei pro capita.
Israele è seconda nel mondo nella pubblicazione di libri.
Relativamente alla popolazione Israele assorbe il più gran numero di immigranti di qualsiasi nazione della terra.
Israele è l’unico paese al mondo in cui il numero di alberi è in continua crescita.
E per concludere voglio farti sorridere:
Israele è l’unico paese al mondo in cui se qualcuno ti chiama “sporco ebreo” vuole dire che devi farti un bagno.

Israele è l’unico paese al mondo in cui I conduttori di autobus e taxi conoscono Spinoza e Maimonide.

Israele è l’unico paese al mondo in cui non osi spettegolare in autobus in mandarino, russo, hindi, lituano, ungherese, polacco o rumeno per timore che qualcuno nell’autobus ti possa capire.

Israele è l’unico paese al mondo in cui una pisciona come me può essere invitata a parlare in parlamento
Israele è l’unico paese al mondo in cui i riservisti sono comandati da ufficiali, maschi e femmine, più giovani dei loro figli.
Israele è l’unico paese al mondo con Gerusalemme anche se i sinistri israeliani vorrebbero disertarla e consegnarla ai barbari.
Israele è l’unico paese al mondo in cui le madri imparano la lingua materna dai figli.
Israele è uno dei pochi paesi al mondo in cui il sole tramonta nel mar mediterraneo.
Israele è l’unico paese al mondo in cui scrittori famosi viaggiano in autobus.
Israele è l’unico paese al mondo in cui i graffiti sono in ebraico
Israele è l’unico paese al mondo in cui i mandorli bianchi fioriscono in gennaio, il rosso albero di giuda in marzo e lo zafferano in ottobre.
Israele è l’unico paese al mondo che ha il clima della California senza averne i terremoti.
Israele è l’unico paese al mondo in cui nessuno ha un accento straniero dato che quasi tutti ce l’hanno.
Israele è l’unico paese al mondo in cui gli insulti si dicono in russo o arabo perchè l’ebraico è una lingua sacra.
Israele è l’unico paese al mondo in cui per parlare con d-o fai una telefonata urbana.
Israele è l’unico paese che ho.

Sigal
Ispirata da Bereny e da Kishon

Wednesday, May 30, 2007

Assieme

Assieme
Abbiamo tessuto il vento,
Tinto i fiori del campo,
Abbiamo chiesto alle stelle
Di dare luce alla luna.
Abbiamo chiesto all’amore
Di domare le ombre
E far tornare la vita
Anche fra mille anni.
Assieme
Abbiamo ammirato paesaggi
Abbiamo visto gli amori,
I fremiti lontani
Che ci riempivano l’anima
Di viole e di diamanti.
Assieme
Abbiamo visto gli spettri
Di vite cancellate
Assieme
Abbiamo percorso
Tanti sentieri impossibili,
Su cui vedevamo passare
Eterne carovane mute.
Assieme
Volevamo essere
Intermediarie fra d-o e la natura
Assieme
Abbiamo visto gli astri
Passare nel silenzio muto
Verso il regno del nulla.
Tu hai scelto di andartene
Quella sera piena di spade.
Avevi i capelli di nebbia
E gli occhi di triste cristallo.
Assieme
Abbiamo tessuto il vento,
Tinto i fiori del campo,
Abbiamo chiesto alle stelle
Di dare luce alla luna.
Abbiamo chiesto all’amore
Di domare le ombre
E far tornare la vita
Anche fra mille anni.

Thursday, May 24, 2007

Gli alberi si baciano oggi

Gli alberi si baciano oggi
E la sorgente recita
Un canto eterno sull'erba.
I corvi un po' borghesi
Contemplano dall'alto dei pali
Le torri di rame e di bronzo
E indossano per l'occasione
Un abito da cerimonia.
Le ragazze buone
Spargono nell'aria di maggio
Piccole grida lascive,
Sollevano le gonne
Mostrando cosce di marmo
Ai cavalieri stupiti.
Sulla collina assolata
Il cimitero sembra
Un campo di margherite
E il silenzio è spezzato
Dal canto degli usignoli.
Attorno gelsi giganti
Pensierosi e dolenti
Contemplano l'orizzonte
Avvolto dal caldo hamsin
Carico di luce e di sole
Gli alberi si baciano oggi
E la sorgente recita
Un canto eterno sull'erba.

Saturday, May 19, 2007

Io e te con le ali spiegate

Ronit, voliamo
Io e te con le ali spiegate.
Forse avrei potuto salvarti
Se ci fosse stato tempo
Avrei potuto salvarti.
Ti avrei fermata,
Ti avrei tenuta sospesa,
Ti avrei portata in volo
Per mostrare al mondo
Il miracolo
Della tua esistenza.
Sulle mie spalle ti avrei portata,
Ti avrei sorretta.
Ma tu non hai avuto futuro
Quella cosa semplice che
Anche le jene fameliche hanno
E che a te è stata negata.
Ronit! Ronit!
Io resterò per sempre con te
E per sempre ti porterò sulle mie spalle
Qualunque fatica la memoria
Mi costringerà a sopportare
Ronit, voliamo
Io e te con le ali spiegate

Friday, May 18, 2007

Sopra le torri di rame e di bronzo

Sopra le torri di rame e di bronzo
Fluttua eterno lo spirito di d-o
La nebbia esce dall’acqua,
I gelsi sono svegli
E Ronit si avvia sola
Verso la pianura.
Poi si distende per terra
Come se prendesse il sole.
Io la guardo e le chiedo:
“Cosa fai qui?”
E lei mi dice: “Aiutami, Sigal, ti prego!
La morte vuol seppellirmi viva”.
Le case sono tristi e sognanti
Lo yarkon geme
E i prati recitano
Una melodia cosi’ grave
Che le rose e i cipressi
Nervosamente tremano.
Ronit vuol gridare.
Sul suo viso
Due lacrime d’argento
Io mi chino a baciarle
E quello che sento
E’ terrore puro,
Terrore di un sogno.
È scomodo stare qui distesa
Con un solo ricordo
A farmi compagnia
Sopra le torri di rame e di bronzo
Fluttua eterno lo spirito di d-o

Thursday, May 17, 2007

Oggi ho cercato il silenzio

Oggi ho cercato il silenzio
Sul mio guanciale.
Ho accarezzato la sponda del letto
E dietro ai vetri della finestra
Ho provato lo stupore
Della bellezza definitiva
E selvaggia
Che fluttua
Fra contrari equilibri.
Il vento rifiuta di uscire
Da un gruppo di eucalipti,
Poi si incammina indolente
Verso un paesaggio di
Agguati
Spargendo nell’aria
Un sapore di missili.
Nell’angolo più buio del cielo
Le nubi spaventate
Dal rumore dei tuoni
Cominciano a piangere
E gli alberi di gelso
Come presi dal panico
Gesticolano in preda al terrore.
I corvi sul palo elettrico
Danno l’allarme
E il cielo urla
A grande voce
invitando i ragazzi
Ad abbandonare subito il wadi
Oggi ho cercato il silenzio
Sul mio guanciale.
Ho accarezzato la sponda del letto
E dietro ai vetri della finestra
Ho provato lo stupore
Della bellezza definitiva
E selvaggia
Che fluttua
Fra contrari equilibri

Friday, May 11, 2007

Scorre la tristezza dai monti

Scorre la tristezza dai monti
Scorre la tristezza sui pini
E le parole vagano
Come sugheri
Sull’acqua del fiume.
Antichi rumori di nostalgia
Eco di voci amiche
Di corse sudate nei prati
Armonie di risa
Che giungono da lontano
Come correnti di ombre.
Ricordi imbevuti di pianto
Di torte alla fragola
E briciole di baci
Che cadevano sulla pelle
Come la pioggia fresca
Danza di astri
E sogni infantili
Ricoperti di muffa.
Scorre la tristezza dai monti
Scorre la tristezza sui pini
E le parole vagano
Come sugheri
Sull’acqua del fiume
Suoni sereni
Che definivano il tempo
E tanti ragazzi vivi
In un gruppo di cedri e limoni
Scorre la tristezza dai monti
Scorre la tristezza sui pini
E le parole vagano
Come sugheri
Sull’acqua del fiume.

Tuesday, May 08, 2007

Sulla strada che porta a Zion

Sulla strada che porta a Zion
In un piccolo spazio nudo
Camminano due ragazzi
E sotterrano sotto le nubi
Due ali di usignolo.
Lui indossa un mantello bianco
Lei abito a fiori,
Lui odora di pesca e limone
Lei di spezie orientali e di mirra.
Il vento svolta nudo
L’angolo della via
E un volo di grida lunghe
S’alza sui tetti di luce.
Nelle strade in penombra
Il male affila i coltelli
Mentre nell’aria risuonano
Bestemmie di jene e sciacalli.
I due ragazzi fuggono
Inseguiti lei dalle trecce
Lui dal suo bianco mantello.
“Quanti anni avete?” io chiesi.
Lei mi rispose: “Ne ho sedici”
Lui disse: “Diciotto”.
Quando giungerà il messia
Il loro sangue versato
Non piangerà per le strade
E gli angeli di zaka
Non attaccheranno con saliva di stelle
Le ali agli usignoli.

Thursday, May 03, 2007

Il tuo nome e' il mio segreto

La notte è appesa al cielo
Un po’ stupita.
L’orizzonte incenerito
Assume forme strane
Per stupire
La ragazza delicata,
Amica mia
Muta e lasciva,
Rosa pura e concentrata
Ma il suo nome è il mio segreto.
Un delirio di nardi
Inceneriti
Di viole
Decapitate
Invade il campo
E il cielo esulta
Nel vedere la sua carne
Trasformarsi in stelle.
Solo ora arriva l’eco di quel giorno
Non lontano del passato
Un passato inabitabile
Io la guardo
E canto l’ansia e la paura.
Oh ragazza delicata
Amica mia
Muta e lasciva
Rosa pura e concentrata
Il tuo nome è il mio segreto

Wednesday, May 02, 2007

Dove vai? Dove sei andata?

C’era un caldo hamsin
Il giorno in cui te ne andasti.
Ora un dolore bianco
Mi copre di raggi la nuca.
“Mi hai chiamato?” mi chiese mio padre,
Socchiudendo gli occhi.
Poi aggiunse, accarezzandomi il viso:
“Hai bisogno di me?”
Io dissi: “No, non ho bisogno di te”.
C’era un caldo hamsin
Il giorno in cui te ne andasti.
“Dove vai
Dove sei andata?” ti chiesi.
“Vado dove mi chiamano.
Lasciami sulla montagna
Piena di nubi e rugiada”.
“Non parlare cosi, ragazza
Sangue puro
E colore profondo.
Mio usignolo grigio
Tu non puoi più cantare
Sui rami dell’aria
Sulle arpe di pioggia”.
Ora un dolore bianco
Mi copre di raggi la nuca.

Tuesday, May 01, 2007

io guardo il bambino morto

La morte entra ed esce
Dai bar e dai negozi.
E nelle strade deserte
C’è odore di sale e di sangue
Dietro la mia finestra
Io guardo il bambino morto
Vedo gli alberi gialli
Trasformarsi in gabbiane.
Il silenzio è morso
Dall’abbaiar dei cani
E assomiglia
Ad una tela dipinta
A circoli concentrici
E grandi ellissi azzurre.
Lungo la via cavalcano
Strani personaggi
Da quale campo arrivano?
Sembrano maghi
Ma guardandoli da vicino
Son cavalieri in lutto
Coronati con rose di carta
Che cavalcano sonnolenti
In un labirinto di tombe.
Il violino a distanza
Strappa lacrime ai sogni,
Singhiozzi all’anima
E sotto le torri di bronzo
Trema la mia poesia
E canta
Canta
Canta.
Dietro la mia finestra
Io guardo il bambino morto
Mi vesto di freddo
E canto
Canto
Canto

Saturday, March 31, 2007

Soldati dal cuore d’argento

Soldati dal cuore d’argento
Cadono sulla sabbia
Sanguinando da mille ferite
Mentre la morte sfoglia
Con un sorriso
L’albero della vita.
Il loro sangue trema
Come un albero di coralli
E dita di muschio e di viole
Accarezzano il loro capo.
Soldati dal cuore d’argento
Cadono in campi di grano
Inciampano sul selciato
E grandi nubi si alzano
Sopra le torri d’oro.
Con l’aiuto della luna
Il vento muove il mare
Ma fra il rumore dell’onde
Suonano acuti i fucili.
Soldati dal cuore d’argento
So che andate a morire
E che fra pochi istanti
La morte verrà a cercarvi.
Oh soldati dal cuore d’argento
Dovete cospirare per vivere
Combattere per amare
Ma cosa sarebbe il mondo
Senza la luce armoniosa
Che profuma la nostra terra?
Cosa sarebbe l’uomo
Senza la sua libertà?

Wednesday, March 07, 2007

Introduzione

Il ricordo di chi è svanito nella follia della guerra fa dischiudere petali di inchiostro sulle sponde aride del silenzio e vuoti mal celati dai rovi consolanti delle ragioni. L’eco struggente delle passate dolcezze e dei volti di chi si è amato e di chi non c’è più ,si imprime nel mosaico degli istanti e dirotta i pensieri :“Oh, se tu fossi con me, Mia triste amica! Ho dimenticato di dirti Che i giovani del vicinato Ti attendono ancora Pieni di risa bianche. Per te ogni shabbat Indossano Camicie color di pesca E pantaloni di seta Ricamati d’argento”. Frasi , sorrisi ,carezze si adagiano come una volta sulla tela consunta degli occhi destando il dolore dal suo breve letargo:” Oh, mia triste amica Se tu fossi con me! Quante frecce lancerei Per fermare il tuo volo Per chiuderti le ali E tenerti per sempre Prigioniera nella mia gola”.Gerusalemme vive e vive il popolo di Israele tra gli splendori della propria ritrovata e mai tradita terra ,e questa consapevolezza di essere foglia tra le foglie di un unico immenso albero dalle profonde radici che ha vinto le insidie del tempo, è balsamo sulle cicatrici del cuore e svela orizzonti di speranza dando dignità nell’infinitezza della sabbia dell’essere alla finitezza delle proprie orme, all’appassire di ogni singola umana vicenda, agli istanti di sé dati al mondo, agli istanti di sé nel mondo:” La luce ti avvolge Oggi, Israele, Nel giorno della tua festa. E la tua bocca sorride Col sorriso del mare. Israele, Israele, Pura erede Della mia terra promessa La mia terra di sempre La terra che d-o mi ha dato. Le tue grandi radici Penetrano nella mia anima Mentre io pallida e azzurra Mi nutro di te”.Malgrado l’odio incombente del nemico, ogni giorno è occasione imperdibile per stupirsi e per saziarsi delle meraviglie del creato e così si rinnova intensa la commozione nell’osservare la sinfonia del divenire, il volo saggio e stanco di un gabbiano ,”i fiumi d’argento”, le “brune colline di maggio” .Ed è totale l’immergersi tra le onde dell’amore pur nella consapevolezza che non vi è rosa che possa essere colta senza sfiorarne le spine: “Amore mio solenne, Tu sei il kodesh ha kodashim Dell’eterno desiderio In cui vita e morte Si guardano E si abbracciano amiche, Dove regna grandioso Il tuo amore snervante. Portami il tuo calice vuoto Amore mio stupendo, Perché io possa versarvi La mia ansia arrogante”. L’autrice si abbandona fiduciosa ai galoppi indecifrabili dell’anima nelle praterie del sogno traducendone in versi il fascino ed al contempo la vertigine che ne discendono e guidando i sensi del lettore nelle sue scoperte tra i sentieri sempreverdi della fantasia, tra le note incantevoli dell’eros e delle sue intime verità.

Pietro Luigi Longo



A fronte del mare di odio in cui è immerso il piccolo stato di Israele, esiste un fiume altrettanto grande di dolcezza, di rispetto e di amore quasi “incondizionato”, che travolge in maniera irresistibile una parte sempre più numerosa dell’umanità, spingendola verso Sion. O meglio, verso le numerose differenti concezioni che di Sion ciascuno ha, ebreo e non ebreo (come chi scrive), laico, religioso, ateo, fedele o distaccato che sia.

Non è soltanto la fede, quindi, che spinge a credere che in qualche modo Israele sia il coronamento di un piano, di un pensiero, e sicuramente una realtà.
Israele avvolge tutto nella vita di molte persone, tutto abbraccia, trasporta, accoglie, spesso per cammini difficili e nuovi, che tendono spesso ad un ideale. Le fedi misurate di altre terre, oppure il fanatismo e la rabbia causate dalla perdita di grandezze d’un tempo, non sono per Israele; ma le sue grandezze – scienza, tecnica, medicina, cultura –, fedi e ampiezze di vedute, che assorbono e comprendono tutto, tutte ammissibili a tutto, fanno della risorta Sion il faro del Possibile a cui guardano in tanti nel mondo.

E Sigal Harari è una profetessa di questo sguardo d’amore che, come luce, tutto avvolge silente. Dammi il tuo petto squarciato Dalla solitudine invadente Concedimi le tue braccia di pace Illuminate dal sole invernale. Riempi di materia trasparente Il mio cuore che in te si è fuso. Come sei trasparente Oggi, o mia Gerusalemme! Oggi l’anima mia ti abita Con i suoi sogni

Israele migliora la natura, fa fiorire i deserti, li fa fruttificare; le sue scoperte scientifiche fanno piovere benedizioni e benessere su tutti coloro che non sono impegnati a boicottarne i prodotti e, talvolta, pure su questi. Ma questo il mondo non lo sa, o finge di ignorarlo.

Sigal canta quel pensiero originario, animata di una inestinguibile fede nell’Insieme. Quando tutto ci viene negato, terra, casa, parola, giustizia, pace e tranquillità, ci resta la fede in questo piano, racchiuso in Tempo e Spazio. Un piano che riecheggia nelle poesie di Sigal, nella loro freschezza, genuinità, passione, nelle immagini vertiginose. Un piano la cui mancanza porterebbe forse la sapienza e la ricchezza della vita a perdere di significato agli occhi di tanti. Qualcuno mi ha detto Che il Giordano grida la notte Perché non riesce a scordare L’azzurro Mediterraneo. Nel suo percorso d’amore Il Giordano scende Scivolando nella valle Verso il mare del Sale.


Ma cos’è Israele in Israele? E che cos’è Israele fuori di Israele?

Come si potrebbe rispondere a simili domande?

Chiunque o qualunque cosa sia Israele, non teme nei canti di Sigal di perseguire i sentieri dei sogni; non teme che questa pretesa realtà svanisca di sotto i piedi e le mani.

Il vero volto di Israele non è quello dipinto da numerosi prezzolati mass-media, opinion-makers e politicanti. In ogni momento il suo aspetto, le gioie, la parola, le case, i mestieri, i modi, gli affanni, i dolori, le follie, gli abiti, sono sotto gli occhi di tutti, senza mura ma solo cristallo. Basta aprire gli occhi e appare la vera anima di Israele, il suo corpo vero: lavoro, affari, botteghe, fattorie, industrie, centri di ricerca, moda, università, divertimento, voglia di vivere... e tanta sofferenza, ancora.

Chiunque sia e qualunque cosa sia Israele, è per Sigal la poesia, un sussurro accostato dalle sue labbra ai nostri orecchi, e diretto al cuore. Una volta aperti gli occhi sulla realtà di Israele, non si può amare nessuno di più. Oh, Occidente negligente e sciocco, da lungo tempo avresti dovuto accostarti a questa società libera e creativa, senza ciarlare d’altro se non di cosa fare insieme di buono per il mondo e per l’umanità!

I canti di Sigal possono essere, in qualche passo laceranti di tristezza, una tristezza che viene solo dal male che la sua amata terra è lasciata da sola ad affrontare. Ma quel dolore si fa luce dorata altrove, gioia, esplosioni di risa davanti alle promesse di un nuovo giorno. Non voglio vedere bambini Che eternamente cercano Le loro biglie di vetro Sotto l’ombra scura del male. Lasciatemi in questo campo Nel mio paese perduto Non voglio vedere pugnali Che ti trafiggono il cuore. Voglio vedere Orizzonti di luce Piangere ed amare

Molte cose avvolgono Sigal in una specie di mistero: il silenzio, la scrivania, l’espressione vivace e quella dolcissima, il grido tagliente e la carezza, e ancora la notte, la quotidianità, lo sguardo vivo, pieno ad un tempo di richieste e di timori che esse vengano esaudite; uno sguardo fiero e dolce, da imputata e giudice. Ma sono certo che davanti a Sigal si sta aprendo un cammino.



Carmine Monaco

Friday, February 09, 2007

La notte perde ogni pudore

La notte perde ogni pudore
E arriva per strade occulte.
Dietro ogni notte, si dice
Si nasconde una stella
E nidi di silenzio
Un’immensa gabbiana
Fa da stella alla luna
E il mare suona
Il suo tamburo d’argento.
Strada mortale
E sangue che scorre lento
Cielo di erbe e di fiori
Fucili e spade lucenti.
Umida nostalgia e sogni
Splendore adolescente
Che si oppone al male.
Piaghe di viole nei campi,
Dolore di antichi olivi
Che gemono tristemente
Nel silenzio della valle.
Luce di lirio e alberi
Che tessono il vento
Prati che cantano
L’angustia mortale
Di tante pupille
Senza orizzonti.
La notte perde ogni pudore
E arriva per strade occulte.
Dietro ogni notte, si dice
Si nasconde una stella
E nidi di silenzio
Un’immensa gabbiana
Fa da stella alla luna
E il mare suona
Il suo tamburo d’argento
Strada mortale
E sangue che scorre lento
Strada mortale
E sangue che scorre lento
Strada mortale
Strada mortale

Wednesday, February 07, 2007

Solevi baciare il vento

Solevi baciare il vento
Quasi senza sfiorarlo
E lungo le strade bianche
L’anima tua giocava
Sotto l’arco del cielo.
Quando sorgeva la luna
Agitavi nell’aria
I tuoi riccioli biondi
E il tuo seno si apriva
Come un immenso giglio.
Io mi affacciai ai tuoi occhi
Sbarrati nell’aria secca
E volli appoggiare la mano
Sulla bianca tua fronte
Ci furono scoppi
E piccoli pezzi di ferro
Come saette lanciati
Dal centenario odio
Di maghi dal volto coperto.
Lungo le strade urlanti
Come frecce salivano
I tuoi strazianti lamenti.
Io ti chiamai per nome
Ma non riuscii a svegliarti
Io non riuscii a svegliarti
Non riuscii a svegliarti
Ora sessanta fiori
Bianchi azzurri e rosa
Avvolgono le tue membra
E l’aria scura ricopre
I monti e le valli
Solevi baciare il vento
Quasi senza sfiorarlo
E lungo le strade bianche
L’anima tua giocava
Sotto l’arco del cielo.
Quando sorgeva la luna
Agitavi nell’aria
I tuoi riccioli biondi
E il tuo seno si apriva
Come un immenso giglio
Come un immenso giglio.

Tuesday, January 30, 2007

Come vorrei tornare ai miei giorni piu' belli

Come vorrei tornare
Ai miei giorni più belli
Quando correvo scalza
Nei campi di Beit Alfa.
Tutto fluiva lento allora
Nessuno aveva fretta
“Shalom shalom, amici”
Dicevo
“Domani pioverà
Avete visto la luna?”
Tutto fluiva lento allora
Nessuno aveva fretta
“Shalom shalom, amici”
Dicevo
“A casa mia la mamma
Sta preparando per noi
Una torta di fragole”.
Cosa è successo alla bimba
Che parlava con le stelle,
Che raccontava segreti
Alle gabbiane più belle,
si addormentava sicura
Nel giardino di casa
Stringendo fra le dita
Un sassolino bianco?
Come vorrei tornare
ai miei giorni più belli
quando correvo scalza
ai piedi del Gilboa
Tutto fluiva lento allora
Nessuno aveva fretta

Saturday, January 20, 2007

Iris del Gilboa

In cima al monte Gilboa
La luna sta morendo
Morendo
Morendo d’amore
Per lui,
Il piccolo fiore che cresce
Che cresce soltanto
In cima al monte Gilboa
E’ un fiore indeciso e schivo,
Di giorno si veste di sole
Di notte indossa la luna
E quando la luna lo vede
Solleva con mano tremante
Il bordo della sua gonna
Per riflettere il fiore
Il suo fiore
Sulle sue curve e cosce
Di puro e chiaro cristallo.
E mentre la luna lo guarda
Languidamente piange
Versando su di lui
Piccole gocce e perle
Di tenera fresca rugiada.
In cima al monte Gilboa
La luna sospira sempre
Perchè sta morendo
Morendo
Morendo d’amore
Per l’Iris del Gilboa

Saturday, January 13, 2007

sete di miele e di aurore

Avvolto in un verde mantello
Punteggiato di stelle e diamanti,
Di perle finissime il corpo,
Giunse ieri un angelo bianco,
Che coperto di luce e di sole
Decorava con risa le valli.
Mi guardò sorridendo
E spargendo nell’aria l’incenso,
Una stella lucente mi diede.
Passando lasciò sul sentiero
Un profumo di rose e limoni
Poi si perse
Si perse per sempre
Si perse per quelle montagne.
Ed io che lo vidi sparire
Ebbi sete di luce,
Sete di aromi e di risa,
Sete di nuove canzoni,
Di gelsomini e di viole,
Sete di miele e di aurore

Tuesday, January 09, 2007

Quando moriro'

Quando morirò, vi prego,
Aprite le mie finestre
Non lasciate che l’ombra
Invada crudele il mio letto.
Seppellite il mio corpo nell’aria
Perchè io veda la luna
E le gabbiane e gli scogli.
Quando morirò mettetemi
Il mio abito in seta profonda
Decorato di gigli e di rose.
Quando morirò lasciate
Che mi specchi nell’acqua
Che io possa vagare
Fra le braccia del vento,
Possa volare sui monti
Che io possa vedere
Le torri d’oro e di bronzo
E le barche sul mare.
Quando morirò lasciate
Che io insegua i miei sogni,
Che senta il rumore dell’acqua
I flauti azzurri e le arpe,
Lasciate che il mio cavaliere
Mi trovi allegra e serena
Sotto la luna bianca
E mi percorra tutta
Con le sue dita celesti.

Tuesday, January 02, 2007

Dove vanno a quest’ora?

Verso le sette di sera
Quando il cielo
Si copre di ombre
E il vento ricama tranquillo
La verde cresta dei monti,
Mollemente camminano
Due piccole donne innocenti,
Una vestita di luna
L’altra di verde e di viole
Dove vanno a quest’ora?
Dove vanno
Le due ragazze innocenti?
Due cavalieri le attendono
Con cesti pieni di baci
Dove si nasconde l’amore.
La notte giunge tranquilla
Carica di colli e di luna
Ma sotto le torri antiche
Si è nascosta la morte
Il sangue corre corre
Pià veloce dell’aria e del vento
Dove vanno a quest’ora?
Dove vanno?
Quelle piccole inutili stelle
Che non danno più luce?
Che non danno più luce?