Thursday, December 24, 2009

Una ragazza tranquilla

Sotto l’arco del cielo
Sulla chiara pianura
Tremano olivi e penombra
E stormi di grandi cicogne
Agitano code nel buio.
In un orizzonte di urli
Emettono un lungo grido
Che fa tristemente vibrare
Le lunghe corde del vento.
Incatenata a un fremito
Una ragazza cammina
Ha il cuore di carne viva
E nella destra un fucile.
Un tempo non molto lontano
Quella ragazza tranquilla
Riempiva di luce le strade,
Parlava con le stelle
E si addormentava sicura
Nel giardino di casa.
Sotto l’arco del cielo
Sulla chiara pianura
Tremano olivi e penombra
E stormi di grandi cicogne
Agitano code nel buio

Wednesday, December 16, 2009

I morti giocano a dama

Pioggia tenera e serena
Senza tormenti nè venti
Cala dolce e pacifica
Sull’anima dormiente
Del cimitero.
Nel deserto perduto
Nella nebbia dei sogni
I morti giocano a dama
Con sonnolenza
Rassegnata
E amabile:
Non vogliono turbare
Le ombre del passato.
Nel deserto perduto
Nella nebbia dei sogni
I morti giocano a dama
E raccolgono con mani bianche
La matassa amara
Delle loro illusioni.
Quando i morti giocano a dama
L’anima mia si trasforma
In malinconia
Monotona e soave.
E’ cosi triste la vita
Nel cimitero.

Monday, December 07, 2009

Riposo musicale di Gerusalemme

Nel cielo corre la luna
Tenendomi per mano.
E petali di debole rosa
Tremano nell’aria d’autunno.
Un’architettura di fumo
Adorna con grigio puro
Le torri d’oro e le strade
Al suono dolcissimo e tenue
Di melograni notturni.
Farfalle occulte palpitano
Al suono di grandi arpe
E le stelle del cielo
Diventano violaciocche
Gerusalemme trema
Sotto il mistero degli alberi
Come cantano gli alberi!
Oh come cantano gli alberi!
Nel cielo corre la luna
Tenendomi per mano

Tuesday, October 13, 2009

Mai ci sara' al mondo una notte uguale a questa

Luce untuosa di clinica
Yodio e cloroformio
Fuori neppure una voce
Solo un uomo si affaccia
Sulla corsia
Mai ci sarà al mondo
Una notte uguale a questa.
Notte di vetri
Di piedi staccati
Notte di sangue
Cristallizzato
Notte di mani
Gelate
Notte di sangue
Cieco.
Mai ci sarà al mondo
Una notte uguale a questa.
Un orchestra lontana
Drammaticamente lotta
Con violinisti impazziti
Con pianisti che uniscono
Pezzi di pianoforte
Smembrato.
Sulla costa del mare
Cantano gli assassini
Delle gabbiane bianche
E coloro che rubano
Le gambe alle ragazze.

Thursday, October 08, 2009

Una ragazza puo' essere bruna

Una ragazza può essere bruna
Una ragazza può essere rossa
Una ragazza può essere bionda
Ma mai deve essere morta.
La brezza ondulata è svenuta
Scontrandosi con la montagna
Quando sei morta.
Ora tu guardi la valle
Con gocce di rugiada
Negli occhi
E bocca di malinconia.
Quella sera
I lampioni tremarono
E tremò anche la strada
E mentre tu morivi
Gli eucalipti
Agitarono
Nervosamente
I rami.
Nell’ultimo tuo tramonto
Avvolta nella luce scura
Te ne sei andata
Per le strade d’argento
Di bronzo
E di rame
In un silenzio
Di castità
E di fiori.
Una ragazza può essere bruna
Una ragazza può essere rossa
Una ragazza può essere bionda
Ma mai deve essere morta

Monday, October 05, 2009

Fuggi, ragazza, fuggi

Dalla spiaggia di Eilath
Fino agli scogli del Libano
Erigerò un muro perpetuo
Perché la morte non possa
Infiggere il suo coltello
Fra i miei polmoni e il cuore.
Perchè la vita mi brucia
Perchè la vita mi tiene
Incatenata al collo

Fuggi, ragazza, fuggi
Lo sai che a nulla serve
Mettere grandi sbarre
A tutte le tue finestre.
La morte è trasparente
E passa attraverso i muri
Fuggi, ragazza, fuggi
Fuggi, fuggi.

Wednesday, September 30, 2009

Come e' bella la pioggia quando sei viva

I miei occhi si sono aperti
Oggi 12 di tishrei
Al rumor della pioggia
Intrisa di limone.
La città sembra come cambiata
E Io la guardo
Inquietamente
Dalla finestra.
Un angelo immenso mi guarda
E con bocca piena d’amore
Cerca la mia fronte bianca
Per depositarvi un bacio,
Come è bella la pioggia
Quando sei viva.
Ragazze rosse e brune
Sorridono alla vita
Lanciando nell’aria
Fiori d’arancio
In un orizzonte
Di vite spezzate,
Di colli recisi,
Di sostanze organiche
Raccolte nella polvere,
Di abiti strappati
Dalle onde dell’urto.
Sembrano animali nuovi
Nati dopo il diluvio
Come è bella la pioggia
Quando sei viva.

Friday, September 04, 2009

a Israele

Un angelo immenso la guarda
E con bocca piena d’amore
Cerca la sua fronte bianca
Per depositarvi un bacio,
Per spegnere i singhiozzi.
E d-o che la sta osservando
Raccoglie sotto il mantello
Le spirali di pianto
Regalandole in cambio
Rumori di luce e aurore
Non mi vergogno di amarla
La mia piccola patria sottile
Fatta di pietre
Di litorali e di sabbia,
Di stagioni,
Di pianto e di fiori.
Cancella ogni minaccia, oh mio d-o
Riportale il profumo e i fucili,
L’umidità del Giordano
E il vento.
Gli alberi scuri e i suoi sogni
Il volto del deserto,
Il martirio e la pace.
Che ne sarà di Israele?
Che ne sarà del mio piccolo nido
Cancella ogni minaccia, oh mio d-o
E sui dolci pendii
Fa sgretolare l’odio e il rancore.

Saturday, August 08, 2009

Piccolo fiore nell'aria

Una giovane donna sta guidando a pochi passi dall’ospedale dove medici ebrei curano ogni giorno bambini donne anziani arabi. Una donna sta guidando con la sua bambina di sei mesi in macchina. Siamo a Gerusalemme. Quando vede l’assassino dirigersi contro la sua macchina, la donna getta la sua bambina dal finestrino per salvarla. Poi un bulldozer di 10 tonnellate la schiaccia. Una giovane donna getta dal finestrino la sua bambina di sei mesi. Una giovane donna ebrea che ha imparato a fare quello che deve fare ogni donna ebrea che si rispetta. Gettare sua figlia dal finestrino per salvarla.



Camminavo
Nel mese di luglio
Per le strade della città.
L’aria attorno aveva un colore
Indeciso
Ostinato.
Sui tuoi occhi di piccola madre
Cala lento il crepuscolo
In un silenzio metallico
Di bulldozer
E grigi rottami.
Gemono le foglie degli alberi
Mentre la morte
Lambisce
Il tuo corpo ormai pieno di buio.
Tu prima di gettarla nell’aria
Con voce lieve veloce
Il tuo testamento d’amore
In grande segreto le leggi:
“Che tante estati radiose
Guidino i tuo passi,
Bambina!”
Due mani d’amore
Depositano
Un piccolo fiore
Sul nudo selciato.
Io raccolsi
Quel fiore
Attanagliato
Dal panico
E lo guardai.
Oh bambina dell’aria
Accompagna tua madre
Nel suo tragitto
Alle isole del cielo
Alla roccia di d-o
Al tumulto del sole
E non cercare i ruscelli di vita
Che scorrevano
Lenti
Nel seno di tua madre.

Sunday, August 02, 2009

Israele dorme

Israele dorme
Accarezzata
Dal mare
Qualcosa
Di radicale
In tutto lo splendore
Dell’essere.
D-o onnipotente
Proteggi la mia Israele
Posa
Sulle sue ali
Gocce di rugiada
Macchiate di lirica
Fa che mai abbia a percorrere
Strade grottesche
E senza soluzioni
Elimina ogni tristezza
Dai suoi occhi di miele
E colmala di infiniti
Possibili e impossibili.
E ti prego, d-o onnipotente
Offrigli anche
Tanti chili di pace,
Quintali di carezze e di baci
Fa che la mia Israele
Apra gli occhi
Solo su giardini fioriti
E urli sempre di gioia.

Tuesday, July 28, 2009

Quando io sembro


Quando io sembro

Così triste e sognante

È perché il vento

Ha trasformato in violino la mia città

Servendosi delle strade

Come di grandi corde.

E’ perchè il mare ha suoni vaghi

E sembra avvolto

In un soave sortilegio

Di luce scura.

È perché il Giordano geme

Nel suo percorso assurdo

Che lo porta ad unirsi

Al suo mare verde.


È perché il mio spirito fluttua

Sulle torri d'oro e di rame


Della città della pace


Yerushalaim, ir shalom

E’ perchè la nebbia

Sale lenta dalle acque

E gli alberi già svegli

Muovono languidi i rami.

È perché l’aria intona arpeggi

Di vibrazioni ellittiche


Appassionate e tragiche.

È perché i peschi

Del mio giardino

Hanno lasciato cadere

I loro frutti di seta

E gli alberi del mio bosco

Trattengono il respiro


Riempendo l’atmosferaD’incenso.

Friday, July 17, 2009

Un giorno, un fatidico giorno

Un giorno, un fatidico giorno
Una gattina rossa di pelo
Prese a contorcersi
Dal dolore.
Non vorrei spaventarvi
Narrandovi la sua storia,
Vi metterei di cattivo umore.
La gattina, quel giorno fatidico
Fu aggredita da mille scorpioni
Che uscirono gialli gialli
Da oscuri nascondigli,
Mentre lei, ignara di tutto,
Mollemente adagiata sul prato,
Cantava le lodi di d-o.
Nessuno dei suoi amici
Si sarebbe immaginato
Un destino così crudele
Proprio a lei
Che si accontentava di poco
E del mondo non gliene importava:
Non leggeva neppure i giornali.
Da quel giorno la rossa gattina
Fu presa dalla paura
Ma siccome non era stupida
Si convinse che era possibile
Trovare direzioni
Molto più belle
Di quelle di prima.
Fu così che fece amicizia
Con una gabbiana
Che ogni notte la portava in volo
Nell'azzurro infinito del cielo.

Saturday, July 04, 2009

Iris del Gilboa

A coloro che hanno letto la mia poesia sull'Iris del Gilboa (come viene denominato dai botanici), voglio aggiungere un mio commento.

Il biblico monte Gilboa è un monte arido e brullo. Nella bibbia infatti si narra che David alla notizia della morte di Shaul e di Yonathan, figlio prediletto di Shaul, ai piedi del Gilboa, lanciò sul monte questo terribile anatema:

O monti di Gilboa, non più rugiada né pioggia sudi voi né campi di primizie,perché qui fu avvilito lo scudo degli eroi,lo scudo di Shaul (Samuel II, 1, 21)

Da allora il monte è deserto e nulla vi cresce, eccetto a primavera un fiore chiamato Iris del Gilboa, un fiore che cresce soltanto in questa zona in cui il deserto e la flora mediterranea si baciano. Noi israeliani, rispettosi della parola di David, non vi abbiamo mai piantato nulla.

Friday, July 03, 2009

la luna sospira sempre

In cima al monte Gilboa
La luna sta morendo
Morendo
Morendo d’amore
Per lui,
Il piccolo fiore che cresce
Che cresce soltanto
In cima al monte Gilboa
E’ un fiore indeciso e schivo,
Di giorno si veste di sole
Di notte indossa la luna
E quando la luna lo vede
Solleva con mano tremante
Il bordo della sua gonna
Per riflettere il fiore
Il suo fiore
Sulle sue curve e cosce
Di puro e chiaro cristallo.
E mentre la luna lo guarda
Languidamente piange
Versando su di lui
Piccole gocce e perle
Di tenera fresca rugiada.
In cima al monte Gilboa
La luna sospira sempre
Perché sta morendo
Morendo
Morendo d’amore
Per l’Iris del Gilboa

Incubo

Nella gialla arena deserta
Mille scorpioni infuriati
Volevano darmi la caccia
Ma era solo un incubo
Ed al mio risveglio ho trovato
Il fremito delle tue braccia.
Ho visto il tuo manto vuoto
E la tua voce fuggire
Lasciandomi disorientata
Nell’incubo tu mi guardavi
Spiegandomi che tutto è finito
Lasciandomi imprigionata
Nel mio dolore di polvere.
Ma era solo un incubo
Ed al mio risveglio ho trovato
Il fremito delle tue braccia.
Nell’incubo tu mi dicevi
E’ giusto evitare il piacere
E’ giusto evitare la vita
E i nostri amori domani
Saranno coralli induriti
Ma era solo un incubo
ed al mio risveglio ho trovato
Il fremito delle tue braccia.
Mai ci sarà al mondo
Una notte simile a questa.
Notte di vetri,
Di piedi staccati,
Notte di sangue
Cristallizzato,
Notte di mani gelate
Notte di sangue cieco
Mai ci sarà al mondo
Una notte uguale a questa.
Un orchestra lontana lottava
Drammaticamente
Con violinisti impazziti
E sulla costa del mare
Cantavano gli assassini
Ma era solo un incubo
Ed al mio risveglio ho trovato
Il fremito delle tue braccia.

Sunday, June 21, 2009

Sotto il cielo di ZIon

Due gabbiani innamorati
Lui bruno e lei rossa,
Si baciano al crepuscolo.
Contemplano l'orizzonte
Ubriachi di luce e di stelle.
Sognano l'amore
Sotto il cielo di Zion
E sentono nostalgia
Degli eterni giardini dell'eden.
Come era bello il sorriso
Che avevano sulle labbra!
Due gabbiani innamorati
Lui bruno e lei rossa,
Si baciano al crepuscolo
Come era triste il dolore
Che avevano nel cuore!
Due gabbiani innamorati
Lui bruno e lei rossa,
Si immergono alti nel cielo
Ricamando coi loro sospiri
Pini solitari e gelsi fioriti

Friday, June 12, 2009

Ninna nanna

Brezza nei viali
E il vento sul Carmelo
Grandi farfalle notturne
Dal cuore d’argento,
Stormi di uccelli nel cielo,
In lontananza
Il latrato dei cani
E tu che cantavi
Por farmi addormentare.
Sotto le stelle tremule
Del cielo distribuivi
Con la tua voce azzurra
Frammenti di luce
Alla penombra viva
Della mia culla.
Ricordo ancora ogni nota
Della tua ninna nanna
E le parole monotone
Che ripetevi:
Bayushky bayù, bayushky bayù
Sembravi eseguire un ordine
Come se tu ascoltassi
Le voci imperiose
Che scivolavano
Dal tuo sangue
Penetrando in me
Come spade di luce.
Triste e monotona
Vibrava nell’aria
La tua ninna nanna
E malinconica
Come il respiro dell’acqua, soave
Come il tremore delle foglie,
Semplice e patetica
Con quel suo ritmo slavo, un po’ obliquo,
Filtrato attraverso
Paesaggi lontani
Diaspore antiche e recenti
E bruciate
E ardenti.
Tristezza di culla
Nella mia terra tragica
Col ritmo lento
Pieno di acuto mistero
Bayushky bayù, bayushky bayù

Tuesday, June 09, 2009

Grazie Gregorio

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Thursday, June 04, 2009

sono forse sfacciata?

Martedì mattina, alle undici in punto in Israele le sirene hanno iniziato a suonare. Sapevo benissimo che si trattava di un’esercitazione e che nessun pericolo incombeva sulla mia bambina, ma quella sirena così anacronistica, banale e stridula mi ha gelato il sangue nelle vene.

(Seicentotredici cavalieri
Stanno arrivando dal mare
Per portarci nell’eden
Dove tremano i canti
Dove le arpe e i cembali
Risuonano allegri nell’aria,
Dove i sogni non piangono
E i singhiozzi restano
Prigionieri in gola.)

Poi ci siamo sistemate nella camera di sicurezza, rifornita di tutte le comodità (radio, computer, acqua, candele e qualche biscotto , tre libri, un trenino con le rotaie e un vaso per fare la pipì in caso d’emergenza). Forse vi sembro patetica, ma non è così. Non credo sia sfacciataggine chiedere di vivere qui come si vive a Roma, Londra e Madrid, vivere in un mondo senza rifugi antiaerei, senza camere di sicurezza, senza maschere antigas. Vivere in un mondo in cui nessuno minaccia di cancellare il mio paese, un mondo in cui nessuno punti missili balistici contro le mie valli e colline, voglio vivere in un mondo in cui prima di entrare al supermercato nessuno sottoponga la carrozzina di mia figlia a controlli di sicurezza. Voglio vivere in un mondo in cui davanti al giardino d’infanzia il padre di mia figlia non si trasformi in guardia armata.

Sono forse sfacciata?

Gattina rossa di pelo

C'era una volta una gattina
Tutta rossa di pelo
Con graziose lentiggini
Ssparse qua e là.
Non andava pazza
Per gli altri gattini
Perché era molto snob,
Ma il miele le piaceva moltissimo.
Tutto il giorno correva sui campi
E nel vederla così veloce
Sua madre diventava
Letteralmente matta.
Annusava l'odore dei fiori
Accarezzava con gli occhi i mandorli
Ma soprattutto
Le piaceva moltissimo il miele.
Lo beveva avidamente
E poi si leccava le labbra.
Un giorno, quella sfacciata,
Andò da un leone
Anche lui tutto rosso di pelo
E gli chiese: "Signor leone, avrebbe un posto
Piccolo, piccolo nel suo cuore per me?"
E il leone le disse
"Ma tu cosa sai fare?"
Rispose la gattina:
"Io so fare molte cose:
So graffiare,
Innervosire,
Irritare
Ma soprattutto mi piace il miele
"Il leone rispose:
"Vattene, gattina!
Ho abbastanza guai
Anche senza di te.
E poi tu sei piena di miele
Che mi si appiccica al pelo,
Trovati un altro cuore".
"La prego"
Lo adulò la gattina
"Mio magnifico signore,
Mi lasci solo dormire
Un po' sulla sua schiena".
E il leone, gonfiando il petto
Le rispose seccato:
"Io sono un leone
E tu chi ti credi di essere?"

Friday, May 15, 2009

L'eden che immagino io

L’eden che immagino io
E’ un eden pieno di fonti
E di sorrisi
Un eden pieno di mare,
E di luce e di arena.
Nell’eden che immagino io
Il male dorme svenuto
Sotto le stelle
E l’amore rotola allegro
In campi di fiori,
Lasciando piccole impronte
Di carezze e di baci.
Le rose in quel mondo
Non fuggono prese dal panico
E il sangue sotto la pelle
Scorre vivo e sereno.
Nell’eden che immagino io
Nessuno si chiude
In stanze sigillate
Temendo che
Le orme del male
Entrino dalle fessure.
E il sole scivola
Dolcemente nei boschi.
L’eden che immagino io
E’ un eden pieno di fonti
E di sorrisi
Un eden pieno di mare,
E di luce e di arena.

Sunday, April 26, 2009

Fra palme e ulivi scorre il Giordano

Fra palme e ulivi scorre il Giordano
Ai lati ha due timide sponde
Una di pianto e l’altra di sangue.
Sulle sue acque non frecciano barche
Solo i sospiri remano fino al mar Morto.
Sono i sospiri di Ronit e Yonathan
Morto lui su un campo di grano,
lei sul nudo selciato.
Gli ulivi sono carichi di pianto
Alzano al cielo ondulato
Spirali di dolore muto.
Un pianto caldo come questa terra,
Che implora una pace bianca
Senza bersagli
Con tante sere
E tanti domani.
Le montagne ai lati
Guardano le acque
Rimaste sole nel deserto.

Thursday, April 23, 2009

due ali di usignolo

Sulla strada che porta a Zion
In un piccolo spazio nudo
Camminano due ragazzi
E sotterrano sotto le nubi
Due ali di usignolo.
Lui indossa un mantello bianco
Lei un abito a fiori,
Lui odora di pesca e limone
Lei di spezie orientali e di mirra.
Il vento svolta nudo
L’angolo della via
E un volo di grida lunghe
S’alza sui tetti di luce.
Nelle strade in penombra
Il male affila i coltelli
Mentre nell’aria risuonano
Bestemmie di iene e sciacalli.
I due ragazzi fuggono
Inseguiti lei dalle trecce
Lui dal suo bianco mantello.
“Quanti anni avete?” io chiesi.
Lei mi rispose: “Ne ho sedici”
Lui disse: “Diciotto”.
Quando giungerà il messia
Il loro sangue versato
Non piangerà per le strade
E gli angeli di zaka
Non attaccheranno con saliva di stelle
Le ali agli usignoli.

Wednesday, April 22, 2009

Oh amore dell'anima mia

O domatore di gabbiane,
Nemico delle iene,
O amore dell'anima mia
Stanotte ti ho aspettato
Su un letto di garofani
E il suono di mille cembali
Feriva l'aria attorno.
In un silenzio di mirti
Ho dimenticato la pace
Ho dimenticato la guerra
Abbandonandole sole
In lontananze deserte.
Stanotte ti ho aspettato
O amore dell'anima mia
Per tessere con te
Le delusioni del mondo
Inventare con te un domani
E chiamare a convegno
Tutte le onde del mare.
O domatore di gabbiane
Nemico delle iene,
Io ti cerco la notte
Per appoggiare il capo
Sul tuo petto di piume
Spegnere le voci
E accendere solo i suoni

Saturday, April 18, 2009

Aiutami tu a ritrovarlo

Oh terra dalle cisterne profonde
E il vento negli aranceti
Terra di morti
Sopra gli stagni
Portami fiori di mandorlo
Portami grappoli d’uva.
Nel mio paese perduto
Non voglio vedere pugnali
Che mi trafiggono il cuore
Voglio vedere
Orizzonti di luce
Piangere ed amare.
Ricordo che un giorno, correndo,
Ho smarrito i miei sandali biblici.
Chi mi aiuta a cercarlo
Il mio piccolo sandalo biblico?
Aiutami tu a ritrovarlo
O almeno ridammi
L’accento puro
Di quel primo sentire.

Il vero dolore sta altrove, Sigal
Soffoca il tuo urlo bianco
Non pensare ai violini
Senza corde
Ai pianoforti
Senza tasti
Pensa al groviglio di baci
Quando la sua bocca di miele
Si legherà
Dolcemente
Alla tua.

Sunday, April 12, 2009

verso le sette di sera

Verso le sette di sera
Quando il cielo
Si copre di ombre
E il vento ricama tranquillo
La verde cresta dei monti,
Mollemente camminano
Due piccole donne innocenti,
Una vestita di luna
L’altra di verde e di viole
Dove vanno a quest’ora?
Dove vanno
Le due ragazze innocenti?
Due cavalieri le attendono
Con cesti pieni di baci
Dove si nasconde l’amore.
La notte giunge tranquilla
Carica di colli e di luna
Ma sotto le torri antiche
Si è nascosta la morte
Il sangue corre corre
Più veloce dell’aria e del vento
Dove vanno a quest’ora?
Dove vanno?
Quelle piccole inutili stelle
Che non danno più luce?
Che non danno più luce?

Saturday, April 11, 2009

Iris del Gilboa

In cima al monte Gilboa
La luna sta morendo
Morendo
Morendo d’amore
Per lui,
Il piccolo fiore che cresce
Che cresce soltanto
In cima al monte Gilboa.
E’ un fiore indeciso e schivo,
Di giorno si veste di sole
Di notte indossa la luna
E quando la luna lo vede
Solleva con mano tremante
Il bordo della sua gonna
Per riflettere il fiore
Il suo fiore
Sulle sue curve e cosce
Di puro e chiaro cristallo.
E mentre la luna lo guarda
Languidamente piange
Versando su di lui
Piccole gocce e perle
Di tenera fresca rugiada.
In cima al monte Gilboa
La luna sospira sempre
Perché sta morendo
Morendo
Morendo d’amore
Per l’Iris del Gilboa

La principessa del nulla

Ricordo quando impaziente
Facevi a pezzi i libri di storia
E mi invitavi a correre
Ai piedi del monte Gilboa.
Volevi vivere in prima persona
Storie di principesse
Che si bagnavano il viso
Nell’acqua del ruscello
Sotto i raggi di luna.
Io ti seguivo curiosa
Indossando i miei sandali biblici
Avevo fretta di assistere
Alla lotta accanita
Di cavalieri con spade e piumaggio
Che facevano la ronda
Sulle colline brulle,
Sfidandosi collerici
Per conquistare il tuo cuore.
Tu quando li vedevi
Ti avvolgevi di brividi azzurri
Pensavi al groviglio di baci
Pensavi alla bocca di miele
Che si sarebbe unita
Dolcemente alla tua.
Alzavi sfrontata la gonna
Per mostrare le cosce frementi
Al cavaliere stupito
Tremante di desiderio.
Nella valle solitaria
Ai piedi del monte Gilboa
Vivevi la tua fiaba reale,
Oh principessa scostumata,
E scoprivi il tuo seno bianco.
O principessa del nulla
Ora la terra tocca
Il tuo pudore stupito
Di dolce ragazza ebrea
Con teneri polpastrelli.

Wednesday, April 08, 2009

Assieme

Assieme
Abbiamo tessuto il vento,
Tinto i fiori del campo,
Abbiamo chiesto alle stelle
Di dare luce alla luna.
Assieme
Abbiamo chiesto all’amore
Di domare le ombre
E far tornare la vita
Anche fra mille anni.
Assieme
Abbiamo ammirato paesaggi
Abbiamo visto gli amori,
I fremiti lontani
Che ci riempivano l’anima
Di viole e di diamanti.
Assieme
Abbiamo visto le rose
Piene di luce e di vita
E di fragranza sottile.
Assieme
Noi volevamo essere
Intermediarie fra d-o e la natura.
Assieme
Abbiamo visto la morte
Travestita da rosa
Che ci teneva per mano.
In quella sera piena di spade.
Tu avevi i capelli di nebbia
E gli occhi di triste cristallo.
Assieme
Abbiamo tessuto il vento,
Tinto i fiori del campo,
Abbiamo chiesto alle stelle
Di dare luce alla luna.
Abbiamo chiesto all’amore
Di domare le ombre
E far tornare la vita
Anche fra mille anni.

... e la pace?

Con la stessa tranquillità
Con cui il polline dei fiori
Si affida al vento
Io mi affido alla guerra.
A nulla vale chiedersi
Cos’è la guerra.
Per me oggi la guerra
È La speranza di un domani
Che motivo avrei
Di disprezzarla, amico?
E la pace?
La pace arriverà
Forse domani,
Non temere,
Chissà dopodomani
E noi ci sveglieremo
Dal lutto
Senza sangue
E senza dolore.
Sarà una pace
Misteriosa
E trasparente
Bellissima.
E Pensosa
Umile
E mansueta
Serena
E Irresistibile,
Sarà una pace
Un po’ ferita e stanca
Ma cosa importa?
La cosa più importante è che respiri
Pace e guerra
Guerra e pace
Shalom umilchamah
Milchamah veshalom

Wednesday, March 11, 2009

Dopo la luna e il vento

Il vento nudo geme
Fuggendo dalle onde
Come se fosse uscito
Da un naufragio di sangue.
La luna appare lenta
E la sua luce azzurra
Avvolge la mia terra,
L’unica terra che ho.
Non lasciate passare la luna.
La luna ha tanti coltelli
Io non la voglio vedere
Non voglio vederla salire
Su per gli archi e per i muri
Su per le scale bianche.
Ma quando giunge l’aurora,
Vacillando,
Sulla riva del mare,
Le strade sembrano corde
Di un immenso violino
I negozi non respirano ancora
E i manichini nelle vetrine
Aprono gli occhi
Svegliati dallo stupore.
Stendono nella penombra
Mani di gelo
Mentre le viole e le rose
Fuggono dai balconi
Il vento nudo geme
La luna appare lenta
Ma dopo la luna e il vento
Giunge sempre l’aurora.

Saturday, February 28, 2009

amore furibondo, meraviglioso, segreto

Le gabbiane abbandonano il mare
E volano volano
Fra pietre, sterpi e serpenti,
Tavole della legge
E grotte di antichi profeti.
Le gabbiane si posano alte
Sui semafori e sulle torri
Poi come nuvola urlante
Volano in circoli sopra Israele
Le beccano gli occhi sul monte
Le gambe azzurre sul fiume
E le mangiano il cuore furiose
Furibonde e meravigliose.
Io le guardo e rimango stupita
Nel veder come tanta bellezza
Mi causi solo orrore.

Thursday, February 26, 2009

seicentotredici cavalieri

Seicentotredici cavalieri
Coperti di luce verde
Corrono sulla collina
Decorando con risa
L’aria mansueta
di primavera
Io il loro passo seguii
Per sentire l’odore d’incenso
E trasformare in parole
L’acqua della tristezza,
Per condensare con lettere
Piccole gocce di pianto.
Seicentotredici cavalieri
Coperti di luce verde
Corrono sulla collina
Trascinando con sé
Sotto bianchi mantelli
La pace
Pensosa
Umile
Mansueta
Serena
Seicentotredici cavalieri
Coperti di luce verde
Mi hanno portato stamani
Verso infiniti
Impossibili
Di pace fatta canto
Di miele di stelle.
D-o onnipotente
Dove hai nascosto la pace?
Non vedi che sto morendo
Morendo
Morendo
D’amore per lei?

Wednesday, February 25, 2009

Quanti figli ha la morte?

Quando mi trovo davanti all’angosciante esplodere di atroci slogan antisemiti, a migliaia di volti contratti da un odio irrazionale, all’ondeggiare sempre più minaccioso di una folla eccitata dalle sue stesse menzogne, ai violenti rituali coi quali si invoca il sacrificio della mia gente, la paura si impadronisce di me e la tristezza mi assedia.


Pregna di mille segreti
Sulle rive dello Yarkon
La morte porta a passeggio
I suoi piccoli
Quanti figli
Quanti figli ha la morte?

Monday, February 23, 2009

la faccia nascosta della luna

“se il problema fosse emigrare dove gli ebrei non sono mai stati perseguitati, dovremmo scegliere la luna “.

“Vieni vieni “ mi dice la luna
“In un mondo di sogni infiniti
Dove i monti son tristi e deserti,
ma nessuno nessuno ha paura”
“Vieni vieni “ mi dice la luna
“Dove gli alberi son senza frutti
e i vigneti non spillano vino,
ma nessuno nessuno ha paura”.
“Vieni vieni “ mi dice la luna
“Dove i prati son senza rugiada
ed i campi nebbiosi e fatati,
ma nessuno nessuno ha paura”.
“Vieni vieni “ mi dice la luna
sul mio lato che non si vede
perchè l’uomo non possa trovarti”.

Wednesday, February 04, 2009

quando moriro'

Quando morirò, vi prego,
Seppellite il mio corpo nell’aria
Perché io veda la luna
E le gabbiane e gli scogli.
Quando morirò lasciate
Che mi specchi nell’acqua
Che io possa vagare
Fra le braccia del vento,
Che possa volare sui monti
Che io possa vedere
Le torri d’oro e di bronzo
E le barche sul mare.
Quando morirò lasciate
Che io insegua i miei sogni,
Che senta il rumore dell’acqua
I flauti azzurri e le arpe,
Lasciate che il mio cavaliere
Ripeta il suo rito solenne
Che sotto l’ardore del cielo
Mi percorra tutta
Con le sue dita celesti.
Quando morirò, vi prego,
Lasciatemi la luna
Le gabbiane e gli scogli
Le torri d’oro e di bronzo
E le barche sul mare

Thursday, January 29, 2009

Apri il balcone

Odore di pietre e di fiume
Odore di luce e di cielo
Odore di selva e d’amore
Io lascio aperto il balcone
Per fare entrare il mio cielo.
Odore di polvere nera
Di foglie secche e di morte
Odore di lunga sirena
Io lascio aperto il balcone
Per fare entrare la guerra

Tuesday, January 27, 2009

Gaza

Sulla frontiera tragica
Ora il silenzio suona
Il suo rumore svenuto
E il vento bacia il ruscello
Quasi senza toccarlo

Sulla frontiera tragica
Svettano torri di bronzo
Complicate di luci
Costantemente inedite
E i prati hanno un suono metallico

Sulla frontiera tragica
uomini dal volto coperto
incanalano il sangue
e scavano tunnel assurdi
che sembrano non finire

Sulla frontiera tragica
Il cielo fluttua sull’aria
Come un immenso giglio
E gli innamorati scrivono
Nomi rotondi sugli alberi

Sunday, January 04, 2009

Soldato mio

Un giorno tu mi dicesti,
Ed era primavera,
" Voglio stringerti fra le mie braccia".
E io accettai in silenzio
La passione affamata
Dei tuoi baci di fuoco.
Stanotte ti ho sognato.
Come piangevi,
Steso nel carro armato!
Amore della mia vita,
Perché mi ripetevi nel sogno
"Non tornerò da te
Non posso tornare”?
Ho ancora nelle orecchie
Il suono della tua voce
Quando tu mi dicesti:
“Tornerò presto
Tornerò presto”.
Stanotte ti ho sognato,
Soldato mio
E tu sembravi morto.
Ma era un sogno
E i sogni, lo sanno tutti,
Non si realizzano mai.