Thursday, June 04, 2009

sono forse sfacciata?

Martedì mattina, alle undici in punto in Israele le sirene hanno iniziato a suonare. Sapevo benissimo che si trattava di un’esercitazione e che nessun pericolo incombeva sulla mia bambina, ma quella sirena così anacronistica, banale e stridula mi ha gelato il sangue nelle vene.

(Seicentotredici cavalieri
Stanno arrivando dal mare
Per portarci nell’eden
Dove tremano i canti
Dove le arpe e i cembali
Risuonano allegri nell’aria,
Dove i sogni non piangono
E i singhiozzi restano
Prigionieri in gola.)

Poi ci siamo sistemate nella camera di sicurezza, rifornita di tutte le comodità (radio, computer, acqua, candele e qualche biscotto , tre libri, un trenino con le rotaie e un vaso per fare la pipì in caso d’emergenza). Forse vi sembro patetica, ma non è così. Non credo sia sfacciataggine chiedere di vivere qui come si vive a Roma, Londra e Madrid, vivere in un mondo senza rifugi antiaerei, senza camere di sicurezza, senza maschere antigas. Vivere in un mondo in cui nessuno minaccia di cancellare il mio paese, un mondo in cui nessuno punti missili balistici contro le mie valli e colline, voglio vivere in un mondo in cui prima di entrare al supermercato nessuno sottoponga la carrozzina di mia figlia a controlli di sicurezza. Voglio vivere in un mondo in cui davanti al giardino d’infanzia il padre di mia figlia non si trasformi in guardia armata.

Sono forse sfacciata?

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