Sunday, April 26, 2009

Fra palme e ulivi scorre il Giordano

Fra palme e ulivi scorre il Giordano
Ai lati ha due timide sponde
Una di pianto e l’altra di sangue.
Sulle sue acque non frecciano barche
Solo i sospiri remano fino al mar Morto.
Sono i sospiri di Ronit e Yonathan
Morto lui su un campo di grano,
lei sul nudo selciato.
Gli ulivi sono carichi di pianto
Alzano al cielo ondulato
Spirali di dolore muto.
Un pianto caldo come questa terra,
Che implora una pace bianca
Senza bersagli
Con tante sere
E tanti domani.
Le montagne ai lati
Guardano le acque
Rimaste sole nel deserto.

Thursday, April 23, 2009

due ali di usignolo

Sulla strada che porta a Zion
In un piccolo spazio nudo
Camminano due ragazzi
E sotterrano sotto le nubi
Due ali di usignolo.
Lui indossa un mantello bianco
Lei un abito a fiori,
Lui odora di pesca e limone
Lei di spezie orientali e di mirra.
Il vento svolta nudo
L’angolo della via
E un volo di grida lunghe
S’alza sui tetti di luce.
Nelle strade in penombra
Il male affila i coltelli
Mentre nell’aria risuonano
Bestemmie di iene e sciacalli.
I due ragazzi fuggono
Inseguiti lei dalle trecce
Lui dal suo bianco mantello.
“Quanti anni avete?” io chiesi.
Lei mi rispose: “Ne ho sedici”
Lui disse: “Diciotto”.
Quando giungerà il messia
Il loro sangue versato
Non piangerà per le strade
E gli angeli di zaka
Non attaccheranno con saliva di stelle
Le ali agli usignoli.

Wednesday, April 22, 2009

Oh amore dell'anima mia

O domatore di gabbiane,
Nemico delle iene,
O amore dell'anima mia
Stanotte ti ho aspettato
Su un letto di garofani
E il suono di mille cembali
Feriva l'aria attorno.
In un silenzio di mirti
Ho dimenticato la pace
Ho dimenticato la guerra
Abbandonandole sole
In lontananze deserte.
Stanotte ti ho aspettato
O amore dell'anima mia
Per tessere con te
Le delusioni del mondo
Inventare con te un domani
E chiamare a convegno
Tutte le onde del mare.
O domatore di gabbiane
Nemico delle iene,
Io ti cerco la notte
Per appoggiare il capo
Sul tuo petto di piume
Spegnere le voci
E accendere solo i suoni

Saturday, April 18, 2009

Aiutami tu a ritrovarlo

Oh terra dalle cisterne profonde
E il vento negli aranceti
Terra di morti
Sopra gli stagni
Portami fiori di mandorlo
Portami grappoli d’uva.
Nel mio paese perduto
Non voglio vedere pugnali
Che mi trafiggono il cuore
Voglio vedere
Orizzonti di luce
Piangere ed amare.
Ricordo che un giorno, correndo,
Ho smarrito i miei sandali biblici.
Chi mi aiuta a cercarlo
Il mio piccolo sandalo biblico?
Aiutami tu a ritrovarlo
O almeno ridammi
L’accento puro
Di quel primo sentire.

Il vero dolore sta altrove, Sigal
Soffoca il tuo urlo bianco
Non pensare ai violini
Senza corde
Ai pianoforti
Senza tasti
Pensa al groviglio di baci
Quando la sua bocca di miele
Si legherà
Dolcemente
Alla tua.

Sunday, April 12, 2009

verso le sette di sera

Verso le sette di sera
Quando il cielo
Si copre di ombre
E il vento ricama tranquillo
La verde cresta dei monti,
Mollemente camminano
Due piccole donne innocenti,
Una vestita di luna
L’altra di verde e di viole
Dove vanno a quest’ora?
Dove vanno
Le due ragazze innocenti?
Due cavalieri le attendono
Con cesti pieni di baci
Dove si nasconde l’amore.
La notte giunge tranquilla
Carica di colli e di luna
Ma sotto le torri antiche
Si è nascosta la morte
Il sangue corre corre
Più veloce dell’aria e del vento
Dove vanno a quest’ora?
Dove vanno?
Quelle piccole inutili stelle
Che non danno più luce?
Che non danno più luce?

Saturday, April 11, 2009

Iris del Gilboa

In cima al monte Gilboa
La luna sta morendo
Morendo
Morendo d’amore
Per lui,
Il piccolo fiore che cresce
Che cresce soltanto
In cima al monte Gilboa.
E’ un fiore indeciso e schivo,
Di giorno si veste di sole
Di notte indossa la luna
E quando la luna lo vede
Solleva con mano tremante
Il bordo della sua gonna
Per riflettere il fiore
Il suo fiore
Sulle sue curve e cosce
Di puro e chiaro cristallo.
E mentre la luna lo guarda
Languidamente piange
Versando su di lui
Piccole gocce e perle
Di tenera fresca rugiada.
In cima al monte Gilboa
La luna sospira sempre
Perché sta morendo
Morendo
Morendo d’amore
Per l’Iris del Gilboa

La principessa del nulla

Ricordo quando impaziente
Facevi a pezzi i libri di storia
E mi invitavi a correre
Ai piedi del monte Gilboa.
Volevi vivere in prima persona
Storie di principesse
Che si bagnavano il viso
Nell’acqua del ruscello
Sotto i raggi di luna.
Io ti seguivo curiosa
Indossando i miei sandali biblici
Avevo fretta di assistere
Alla lotta accanita
Di cavalieri con spade e piumaggio
Che facevano la ronda
Sulle colline brulle,
Sfidandosi collerici
Per conquistare il tuo cuore.
Tu quando li vedevi
Ti avvolgevi di brividi azzurri
Pensavi al groviglio di baci
Pensavi alla bocca di miele
Che si sarebbe unita
Dolcemente alla tua.
Alzavi sfrontata la gonna
Per mostrare le cosce frementi
Al cavaliere stupito
Tremante di desiderio.
Nella valle solitaria
Ai piedi del monte Gilboa
Vivevi la tua fiaba reale,
Oh principessa scostumata,
E scoprivi il tuo seno bianco.
O principessa del nulla
Ora la terra tocca
Il tuo pudore stupito
Di dolce ragazza ebrea
Con teneri polpastrelli.

Wednesday, April 08, 2009

Assieme

Assieme
Abbiamo tessuto il vento,
Tinto i fiori del campo,
Abbiamo chiesto alle stelle
Di dare luce alla luna.
Assieme
Abbiamo chiesto all’amore
Di domare le ombre
E far tornare la vita
Anche fra mille anni.
Assieme
Abbiamo ammirato paesaggi
Abbiamo visto gli amori,
I fremiti lontani
Che ci riempivano l’anima
Di viole e di diamanti.
Assieme
Abbiamo visto le rose
Piene di luce e di vita
E di fragranza sottile.
Assieme
Noi volevamo essere
Intermediarie fra d-o e la natura.
Assieme
Abbiamo visto la morte
Travestita da rosa
Che ci teneva per mano.
In quella sera piena di spade.
Tu avevi i capelli di nebbia
E gli occhi di triste cristallo.
Assieme
Abbiamo tessuto il vento,
Tinto i fiori del campo,
Abbiamo chiesto alle stelle
Di dare luce alla luna.
Abbiamo chiesto all’amore
Di domare le ombre
E far tornare la vita
Anche fra mille anni.

... e la pace?

Con la stessa tranquillità
Con cui il polline dei fiori
Si affida al vento
Io mi affido alla guerra.
A nulla vale chiedersi
Cos’è la guerra.
Per me oggi la guerra
È La speranza di un domani
Che motivo avrei
Di disprezzarla, amico?
E la pace?
La pace arriverà
Forse domani,
Non temere,
Chissà dopodomani
E noi ci sveglieremo
Dal lutto
Senza sangue
E senza dolore.
Sarà una pace
Misteriosa
E trasparente
Bellissima.
E Pensosa
Umile
E mansueta
Serena
E Irresistibile,
Sarà una pace
Un po’ ferita e stanca
Ma cosa importa?
La cosa più importante è che respiri
Pace e guerra
Guerra e pace
Shalom umilchamah
Milchamah veshalom