Sunday, April 06, 2008

Buon compleanno, Israele, versione corretta

Israele, Israele,
Pura erede
Della mia terra promessa
Come sei bella, Israele
Il giorno del tuo compleanno.
Sessanta sono i tuoi anni
E sessanta le bandiere
Che adornano le tue porte.
Israele
Mio eden,
La terra che d-o mi ha dato
L’unica terra che ho
Non ne ho altra al mondo.
Ferma le danze, Israele
E ascolta questa mia storia
E’ una storia interminabile
Antica di quattromila anni.
Ma sappi che io
Ti ho sempre amato
Per me sei stata da sempre
Il kodesh hakodashim
Dell’eterno desiderio
Di rinascere in te.
Dopo una lunga diaspora
Fatta di persecuzioni,
Di teste mozzate
Di roghi
Di ghetti
Di pogrom
E di stretti camini
Sono voluta tornare
Ed ho visto
L’aria del mare soffiare lenta,
Avvolta nel mistero.
Sembrava un mare nuovo e più vero,
Ma era il mio stesso mare, antico,
Affogato nella sua sabbia bianca.
Sono voluta tornare ai miei fiori,
Ai leoni, ai cervi
Alle gabbiane
Ai coralli nelle tenebre,
Agli olivi e ai sicomori
Alla mia lingua antica.
Sono voluta tornare
Alle mie arpe vive,
Al mio Giordano che avvolge
In interminabili spire sessuali
Le sponde del Mare del Sale,
Sono voluta tornare
A te, mia piccola patria sottile,
Fatta di pietre
Di litorali e di sabbia,
Di stagioni,
Di pianto e di fiori.
Israele
Mio eden,
La terra che d-o mi ha dato
L’unica terra che ho
Non ne ho altra al mondo.
Israele, mio piccolo eden
Dove le sere tremano
Sotto i cipressi
Avvolte da luce e ombra
Dove le donne vestite di bianco e di blu
Ricamano parole d'amore.
Dove denso scorre il miele
Ed il cedro dà frutti stupendi.
Dove il creatore e' un giardiniere
Che culla le sue creature
Con melodie d'amore.
Dove l'acqua scorre
Piena di luce e di sole,
Dove gli aranci sono
Eternamente in fiore,
Dove le voci hanno sempre
Un sapore di mare
E di limoni spremuti
Dove il Giordano
Ha odore di aranci
Mentre scende tranquillo e lento
Fino al mare del Sale,
Dove i cavalieri cavalcano
Allegri e pieni di desiderio,
Dove la vita entra
E non riesce ad uscire,
Dove le donne nascondono
Nei capelli fiori bianchi azzurri
Come la tua bandiera,
Dove nelle pianure
La luce gioca a dama
Con il verde dei prati,
Dove le ragazze sono sporche
Di baci e di sabbia
Dove gli innamorati regalano
Grandi cestini di fragole.
Israele
Mio eden,
La terra che d-o mi ha dato
L’unica terra che ho
Non ne ho altra al mondo
La mia bocca trema
Nel chiamarti per nome
Troppo lunga è stata l'attesa.
Il cuore si sparpaglia al vento
La voce si fa schiva
Nel chiamarti Eretz,
Nel chiamarti Israele.
Ti porto nel mio sangue
Dolce terra dei gigli,
Dei cardi e delle viole.
Ma attenta israele
Prima eran
Teste mozzate
Roghi
Ghetti
Pogrom
E stretti camini
Ora sono gli arabi a darti la caccia.
Moltiplica le tue porte, Israele
Metti migliaia di guardie
E mille testardi fucili
A proteggere la tua penombra.
Costruisci un muro alto
Dalle rive di Eilath
Fino agli scogli del Libano
E non inginocchiarti
Di fronte ai domatori di rondini
Ai nemici degli usignoli
E soprattutto
Non dimenticare
Che i popoli della terra
Ti hanno regalato dolore
Ti hanno spezzato il cuore
Facendoti uscire dal petto
Lunghi singhiozzi.
Israele
Mio eden
La terra che d-o mi ha dato
L’unica terra che ho
Non ne ho altra al mondo
,

7 comments:

sigal said...

grazie, amico lontano di leggermi. Ed io che credevo di averti smarrito.

Sympatros said...

Gli ebrei, sbarcati da ogni dove, nel secolo scorso, su quel lembo di terra, come popolo, carico del peso di un'offesa, che mai altro popolo abbia ricevuto, e forti di questa offesa, hanno deciso di non sentire più ragioni e di non ascoltare più prediche da nessuno, ma era forse meglio( anche se ipotesi impossibile), che si fossero piantati al centro d'Europa, che lo meritava, quale monumento e ammonimento per la sua storia futura. Comunque buon compleanno!
Sono frastornato dal patriottismo senza argini di questa poetessa, io sono per cultura diffidente contro tutti i patriottismi, suscettibili di diventare nazionalismi, e sarebbe tempo e augurerei all'uomo di non avere più bisogno di queste cose, comunque, di fronte a tanto amore a tanta passione, mi taccio e ripeto buon compleanno!

Sympatros said...

La poetessa ama il suo Giordano lento, con le sue curve sinuose e sensuali che vanno verso il mare del sale, ma Lei è un fiume in piena, senza argini!

Sympatros said...

Oggi, due primavere fanciulle sono uscite
dopo avere l'inverno studiato
e sotto il balcone
dell'appartamento
accanto ai fiori
ridono
ridono,
il filosofo incuriosito
accanto passa
e chiede,
sono
soltanto
cavolate,
ma loro ridono ridono
e non sanno che non sono esse a ridere.

ma la Primavera che è in loro.


NB Sigal, se continui a ispirarmi, a questo ritmo, lascio di fare il filosofo e divento poeta!

Sympatros said...

Io danzerò,

io con l'intelletto
danzerò

i movimenti sono tardi e lenti
ma anche io
a modo
mio
danzerò

sono danze distillate
e nette
che guardano con occhio coraggioso
e terso

e se lungo il cammino
vedrò altra danza
altro giro

se è danza di gazzella
io mi giro
e guardo

e felice ne sarò

Sympatros said...

Sigal, Il demone della poesia si è di me impossessato, ma penso che fra non molto arriverà la prosa, e forse anche il silenzio, sappi, comunque, che io ci sono e sarò ai bordi del tuo blog, e ti leggerò!

albilevi said...

come tantissme altre tue poesie, anche questa e' bellissima, brava ! complimenti !

Alberto Levy