Saturday, July 10, 2004

Lettera agli inquisitori imparruccati dell'Aja

Sono Ronit, figlia di Jonathan e di Bat Sheva. Ho 26 anni. Ora ne avrei 28. Sono nata in un kibbutz ai piedi del monte Gilboa nella valle di Yizreel, la valle in cui si svolse la grande battaglia fra David e Shaul. Non so se ricordate. Nei miei libri di storia non esiste passato, ma solo un lungo presente. Ecco gli ebrei che vanno verso la terra promessa in fuga dal faraone, ecco gli ebrei trascinati in catene verso l’esilio di Babilonia , poi gli ebrei schiavi di Roma costretti a passare in catene sotto l’arco di Tito. Ecco gli ebrei cacciati dalla Spagna ed infine un lungo girovagare fra pogrom e pogrom per il suolo maledetto d’Europa.

Mia madre era una donna tranquilla, serena, ma aveva gli occhi sempre tristi anche quando sorrideva. Dicono che io abbia ereditato la stessa tristezza negli occhi. Mio padre dice: sono gli occhi di una ragazza ebrea. Solo di notte a volte la sentivo improvvisamente gridare nel sonno, poi si svegliava e correva disperata verso il mio lettino per controllare se c’ero. Mi prendeva fra le braccia e mi portava nel suo letto. Ora so perchè lo faceva. Molte volte ancora bambina le chiedevo: perchè non ho nonni e zii e cugini e lei mi rispondeva: quando crescerai ti racconterò la loro storia. Per conoscere la storia della mia famiglia dovevo crescere. Ancora bambina non volevano turbare la mia innocenza con una storia di cenere, una storia di camini da cui uscivano tante piccole particelle di anime morte. Anime morte. Anime morte? No, le loro anime non sono morte, ma vagano ancora attonite per i cieli d’Europa. Dovranno passare tanti secoli prima che trovino pace.

Io sono Ronit bat Jonathan. Cresciuta libera nella mia terra non chiedevo che vivere. Dopo il liceo ho fatto il servizio militare Poi ho studiato all’università. Per preparare la tesi che verteva sui figuristi e quadraturisti italiani Colonna e Mitelli mi sono recata in Italia. Era la mia seconda volta. Correva l’anno 2002. E a Bologna nella biblioteca dell’università ho conosciuto l’amore. Nel dicembre del 2002 sono tornata nella mia terra. Ad attendermi quel giorno all’aeroporto non c’era nessuno. Avevo tenuto segreto il ritorno per fare una sorpresa agli amici.

Io sono Ronit bat Jonathan. Mi hanno seppellito senza una gamba. Gli angeli di Zaka sono riusciti a raccoglierne solo una parte. Non sono morta subito, e prima di morire ho chiesto di vedermi nello specchio. Vanità femminile di una giovane donna che alla bellezza ci teneva tanto. Quel giorno ero andata a comprarmi un vestito per la festa del mio 27 compleanno. Non avevo voluto accendere la radio quel giorno per non sentire la lista dei morti assassinati da coloro che voi difendete. Per un giorno soltanto volevo dimenticare la realtà del mio amato paese che da quando è nato non fa altro che seppellire i suoi figli col vostro consenso, anzi col vostro incoraggiamento. Quando alcuni mesi dopo la mia morte il governo di Israele ha deciso di distruggere la casa dei famigliari del mio assassino, le vostre condanne sono piovute a non finire. Avete anche protestato quando Israele ha impiegato il metodo di prevenzione mirata, ma nessuno di voi ha alzato la sua voce per protestare contro la mia uccisione mirata.

Ci avete condannato quando per difenderci abbiamo impiegato tiratori scelti dell’IDF. Ci avete condannato quando abbiamo fatto uso di elicotteri da combattimento, poi quando abbiamo fatto uso di bombe per colpire obiettivi mirati. Ci avete condannato quando abbiamo iniziato a distruggere le case dei palestinesi coinvolti in assassinii ed attentati suicido. Quando pensammo di espellere le famiglie degli attentatori dalla Cisgiordania alla striscia di Gaza ci avete condannato. Poi avete condannato le azioni di prevenzione mirata. A voi fanno comodo le uccisioni mirate di cittadini israeliani negli autobus, nei ristoranti, nei centri commerciali. Per voi la caccia ai terroristi è un atto criminale. Le misure di sicurezza e i posti di blocco suscitano le vostre proteste perchè secondo voi dovremmo aprire i passaggi ai terroristi assassini che si infiltrano persino in ambulanze.

Ieri avete condannato la costruzione della barriera di separazione denunciata da voi come illegale. Voi inquisitori imparruccati dell’Aja, pensate che Israele non abbia diritto a difendersi.

Vi accuso, inquisitori imparruccati dell’Aja della mia morte. Voi siete i mandanti dei miei assassini.

Che il vostro nome sia cancellato per sempre. Amen

Sigal

1 comment:

Anonymous said...

molto intiresno, grazie