Tuesday, August 19, 2008

Forse e' arrivato il messia e nessuno lo sa

Come si impara a vivere in una simile terra?

Al suono della sirena entrarono tutti nella stanza blindata. Il padre di Karmit l’aiutò ad indossare la maschera.
Poi ci fu un boom. Sembrava molto vicino. “Moriremo?” chiese Karmit.
“Non moriremo, non ci sarà nessun guaio per gli ebrei, ne sono sicuro” rispose.
“Come puoi esserlo?”, insistette Karmit.
“Forse è arrivato il messia e nessuno lo sa”.


La sirena mugge
E il vento dal mare
Rastrella rabbioso
I bordi delle finestre
Corriamo in fretta
Nella stanza blindata.
E’ primavera sulla collina.
Mio padre mi guarda.
Ha un aspetto insolito
Il suo viso è avvolto
Da un pallore sedentario,
Mia madre,
Incapace di liberarsi
Dei suoi ricordi.
Lo guarda
“Tanta bontà e tanta bruttura
Tutte e due nella medesima terra”
Mormora smarrita.
Nella stanza blindata
La radio annuncia:
“Siamo sotto attacco
Di missili dall’irak”.
Io stretta a mia madre
La guardo
Spaventata
E toccando timidamente
Il braccio a mio padre
Gli chiedo:
“Che cos’è questa? È la guerra?”
“No, bambina, forse è arrivato
Il messia e nessuno lo sa”

9 comments:

Sympatros said...

Esiste la cosiddetta prosa d'arte, esteticamente elegante, e, visto la predominanza del tono narrativo del testo poetico qui sopra, secondo me non starebbe male, se venisse traslato in un significante iconico in prosa. La poesia di alcuni poeti, tipo Leopardi, raggiunge cime elevatissime di lirismo proprio in alcuni testi in prosa.


I critici non si fanno mai gli affari loro, perché sono... invidiosi.

Ramingo, ed in fuga da altri luoghi, sono di nuovo approdato in questo giardino.

Sympatros said...

Quando, in alcune circostanze, l'animo è predisposto alla tristezza, quando le canzoni e i motivi canori che ritornano alla memoria, sono quelli in minore, quando c'è quella sorta di ripiegamento dell'animo su se stesso, quando l'ironia tace, ci si sente più buoni verso se stessi e verso gli altri. La tua poesia stasera è un canto in minore.

sigal said...

tu sei l'unico ad approdare in questo blog. Se non ci fossi tu avrei l'impressione di parlare solo a me stessa.
Grazie dei tuoi commenti. Mi piace leggerti
Sigal

Sympatros said...

Quando si prende il coraggio a due mani, e si costringe se stessi a dire ciò che non si vorrebbe dire, a confessare ciò che non vorremmo confessare, inizialmente, più che un effetto liberatorio, si crea una specie di vuoto. Non fa niente. Verrà dopo la consolazione di avercela comunque fatta. Non è da tutti!!

sigal said...

Il tuo messaggio non mi e' chiaro. Cosa ho/hai confessato che non vorrei/vorresti confessare? A volte ti esprimi in modo complicato. Spiega il concetto come lo spiegheresti ad un bambino.
Mi incuriosisci molto. Tu ti esprimi in latino, lingua complessa, basta pensare alla consecutio temporum...
Sigal

Sympatros said...

Il mio piccolo commento ha un valore sapienziale, riguarda te e riguarda tutti. Di nuovo difficile parlo ...... ascolta Sigal:

Io ho visto, o meglio intravisto, nell'ultima parte del tuo blog, nel racconto di Karmit, come una voglia tua di farci sapere, di raccontare qualcosa che non era facile raccontare e di cui eri gelosa, un processo di liberazione, che si è andato a concludere persino con la foto, che prima non c'era. Ho immaginato, ma forse mi sono sbagliato, che non sia stato semplice farlo e ti sia costato un po' e ho voluto riconoscere il tuo coraggio.

sigal said...

hai ragione. Ti ringrazio di avermelo fatto notare. Ma non si tratta di coraggio, dato che fu Michal a gettarmi in acqua credendo che non sapessi nuotare.
Sigal

Sympatros said...

Ciao, Sigal, io continuerò a guardare verso oriente, tra l'altro adesso non mi potrò sbagliare, mi sarà più facile riconoscerti tra i balconi di Tel Aviv. Ciao.

Sympatros said...

Oh dimenticavo, anche qui da me è una lunga estate senza pioggia, che stranamente quest'anno non desidero e continua a piacermi il sole e il cielo azzurro, si vede che sono di ottimo umore. Ma, siccome tu hai manifestato un gran desiderio di frescura e di pioggia, come se fosse una pioggia dell'animo, ti accontento:

Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Sigal.


NB Non è mia, è di D'Annunzio!!