In una notte lontana
Su un monte solitario
Senza rumori nè venti
Io vidi un angelo grande
Nel campo del cimitero.
Vidi le rose fiorire
Al suono della sua voce
Vidi la luna nascondersi
Sotto la tela di un ragno gigante
E vidi l’orizzonte spezzarsi
In canti monotoni e lenti.
In una notte lontana
Su un monte solitario
Senza rumori nè venti
La principessa del nulla
Mi disse shalom sotto il marmo
Lasciandomi in dono l’odore
Di gigli, di rose e d’incenso
Oh principessa del nulla
La tomba che ti protegge
Riassume la mia tristezza.
Ed io vorrei fuggire
In un universo di alfabeti
Di figuristi italiani sui libri,
Di fotocopie e parole.
Senza più rose nè gigli nè monti
Come allora, Ronit, come allora.
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4 comments:
Il nulla, per essere nulla, deve essere senza vento, immobile, dove l'umano tace. Ma il nulla è qui ...silenzioso, solingo muto , ma anche palpitante eloquente e profumato. Una pennellata di colore e di rose squarcia e colora il buio immenso del nulla: Amore e morte abbracciati!
tu e Eruz siete la stessa persona?
Tra Eruz e Sympatros c'è la stessa distanza e lo stesso rapporto di parentela che c'è fra Sigal in prosa e Sigal in poesia!
Eruz in sintonia con Sympatros
Ancora a proposito di
http://it.youtube.com/watch?v=8-KyL2gMxV8
Ripensando a Glenn Gould, oltre a farmi piacere Bach, mi spinge ad una riflessione: Glenn ha interpretato così bene Bach..... fino a corromperlo e trasformarlo. Il contesto storico musicale di Bach privilegiava, a mio modesto parere di dilettante, la musica, persino gli strumenti musicali, nella loro resa preziosistica barocca inebriante nella loro ripetitività. L'uomo, i sentimenti, sono strumento e non fine, vivono in funzione della musica e non viceversa. L'interpretazione di Glenn Gould irrompe e rompe questo schema, alluviona, con la sua follia e con la sua genialità psicotecnica, il testo bachiano e lo trasforma in qualcosa di più moderno, di più "romantico", l'uomo si appropria dello strumento e diventa lui il primo attore.
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