Monday, December 01, 2008

mia versione libera di Yerushalaim shel zahav

Aria di monti chiara e vibrante
e profumo di pini.
Mormora il vento
sotto le ombre massicce
delle campane al tramonto

Nel sonno di alberi e pietre
sei incatenata ai tuoi sogni,
o mia città solitaria,
con un muro nel cuore
che ti piega la fronte.

Gerusalemme d’oro di bronzo e di luce
sulle corde degli archi trema il mio canto.

I pozzi d’acqua son secchi,
Le piazze desertee il monte del tempio
è avvolto in un silenzio di pietra.

Nel ventre dei monti
piangono i venti
e nessuno può scendere
passando per Gerico
fino al Mare del Sale.

Gerusalemme d’oro di bronzo e di luce
sulle corde degli archi trema il mio canto.

Il grido lascia nel vento
l’ombra di un umile canto
che tesse le lodi
dell’ultimo dei tuoi poeti


Il tuo nome le labbra mi brucia
come il bacio di un serafino
e se ti dimentico, o mia città d’oro,
mi si attacchi la lingua al palato.

Gerusalemme d’oro di bronzo e di luce
sulle corde degli archi trema il mio canto.

Siamo tornati ai pozzi d’acqua
al mercato e alla piazza
e lo shofar lancia ellissi
di gridi
dal monte del tempio.

Nelle grotte scavate dal tempo
splendono soli e cristalli
e noi ora scendiamo
passando per Gerico
fino al Mare del Sale.

Gerusalemme d’oro di bronzo e di luce
sulle corde degli archi trema il mio canto.

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