Wednesday, July 30, 2008

Tal e Karmit escono dal negozio di abbigliamento. Tal ha in mano un sacchetto contenente il vestito comprato per il compleanno. Le ragazze si dirigono verso l’autobus no. 5 che dovrebbe riportarle a casa. Fanno alcuni passi quando Karmit propone a Tal di entrare in un bar delle vicinanze, aperto di recente, dove preparano un ottimo caffè e delle torte al formaggio squisite. Tal rifiuta l’invito. E’ già tardi e desidera tornare a casa. Ma Karmit, testarda, insiste. La prende per il braccio e la trascina quasi con la forza. Alla fine Tal cede e sorridente la segue. Le ragazze camminano, fanno alcuni metri in direzione del bar. Poi tutto si ferma. Quella via tranquilla si trasforma in un quadro bidimensionale in bianco nero. Karmit stesa a terra non sente alcun rumore. Attorno a lei il silenzio più assoluto. Un mondo senza suoni con immagini sfumate. Attorno a lei intravede strane immagini di persone coricate a terra, alcune sembrano dormienti con le bocche atteggiate a qualcosa che potrebbe essere dolore. Il sangue che le cola dalla testa le impedisce di vedere i dettagli di tutti questi personaggi immobili coricati attorno a lei. Sembrano dei manichini fuggiti da una vetrina. Alcuni di loro le appaiono come smembrati, ma Karmit sa che si tratta solo di un sogno e che non deve spaventarsi. Sa che presto si sveglierà e si troverà nel suo letto sicuro. Improvvisamente Karmit si alza ma ricade per terra. non si era accorta di non avere una gamba. Allora si alza in volo. Vola a un metro di altezza. Improvvisamente si ricorda di Tal. La trova e l’invita a volare con lei lontano da quel posto. “Tal, vieni, le dice, andiamo via da qui”. Tal obbedisce con un sorriso. Karmit grida aiuto. Ma nessun suono esce dalla sua bocca. Nessuno può sentirla.


Infermieri pronti con le barelle corrono verso le ambulanze che arrivano numerose. Poi il viaggio in ospedale, con un angelo grigio che ti accarezza il viso. All'entrata dell'ospedale una folla di parenti e amici in attesa di notizie. Funzionari dell’ospedale addetti hanno difficoltà a gestire la situazione. Sembrano perdere il controllo. In questa folla angosciata si erge la figura di un uomo. Vestito di nero con un grande cappello e una lunga barba. Alto e magro ha l’aspetto di un santo. E’ il padre di Karmit che non avendo avuto risposta dal cellulare della figlia e dopo averla cercata un po’ ovunque presso amici e conoscenti, decide di cercarla in ospedale. Non sa se la troverà viva. E’ angosciato, ma il suo volto esprime serenità e fiducia. Dopo qualche ora di attesa gli si avvicina un funzionario. Gli chiede la descrizione della ragazza e il padre descrive: “E’ una ragazza dai capelli rossi. Impossibile non notarla”, dice.
Il funzionario lo conduce in una piccola sala. I feriti non sono ancora stati distribuiti nei vari reparti Un gruppo di medici passa da un lettino all’altro. Il padre di Karmit riconosce la figlia. Karmit sembra addormentata e il padre angosciato e preso da un dubbio guarda il medico in attesa di una conferma: “Sta bene, non si preoccupi”. Il padre guarda la ragazza. “Ora la mettiamo a nuovo sua figlia, non tema.” Karmit apre gli occhi e vede suo padre. Lui le sorride ma poi si copre gli occhi con la mano e comincia a singhiozzare. Karmit non l’aveva mai visto piangere.

2 comments:

Anonymous said...

Smetti di soffrire, lei è felice che tu ce l'abbia fatta, non te ne fa una colpa.

Anonymous said...

Il tuo scritto è un dipinto d'autore che lascia profondamente attoniti. Che tu sia riuscita a scriverlo è un segno importante di ritrovata armonia.