Friday, November 26, 2004

Posto fisso o sala d'attesa?

Mia madre

Infanzia di neve e di silenzi
Suo padre che la benediceva
Coprendola con il talith.
Infanzia di usignolo impaurito
Dall’anima tiepida e molle


Pianto rotto sotto le coperte
Dove nascondeva Anna Karenina
Infanzia strana.

Giunta in Israele aveva problemi d’identità
Per la strada parlava russo coi vicini
Sognava i giorni della sua infanzia a Vilna.
Ricordava la sua casa
Coi tappeti persiani ed il padre
Avvolto nel talith
Che la benediceva
Apponendole la mano sul capo.

Spesso parlava dell’Italia
E dei professori padovani
Che le insegnarono medicina
Per addestrarla a far venire al mondo
Tanti piccoli assassini.
Le piacevano i lampadari viennesi
E i mobili stile art nouveau
Anch’io, come lei, mi faccio tante domande

Ma non trovo soluzioni
E mi chiedo
Se considerare Israele un posto fisso
Oppure una specie di sala d’attesa
Fino alla prossima diaspora, fino al prossimo esilio.

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