Tuesday, May 03, 2005

la morte a volte si traveste da amore

La tragedia che vorrei raccontarvi
E’ umile ma inquietante.
È la storia di una gabbiana
Timorata di d-o
Che un giorno si svegliò
E iniziò a graffiare
Prati e i monti.
Osò persino graffiare d-o
E si trovò alla fine
A graffiarsi il cuore.
Nella sua breve vita
Passò un giorno,
Con rumore e urla di gioia
Un amore
che per raggiungerla
Attraversava ogni giorno
Cieli nascosti
Eterni fiumi
E mari a forma
Di grandi violini.
La povera gabbiana
un tempo viveva
In un mondo
sereno e pacifico
Era felice
e si preoccupava solo
Di bere la rugiada
Nel sacro timore di d-o.
Amava senza preoccupazioni,
Quasi per abitudine.
In quel mondo scomparso
L’amore si trasmetteva
Da gabbiana a gabbiana
Come un antico gioiello
Ricevuto dalla prima gabbiana
Direttamente dalle mani di d-o
Con la stessa tranquillità
Con cui i fiori si offrono al vento
Con cui gli alberi guardano il cielo
E il sacro fiume si affida al suo mare.
La gabbiana viveva d’amore
Ma un giorno quell’infelice,
Eretica e ribelle,
Volle molto più dell’amore
E si innamorò di un miraggio.
Rincorse una visione
Che si trovava
Molto al di là della vita.
Lesse un libro in cui si narrava
La storia di un gabbiano
Che sussurrava parole d’amore
E si avvelenò .
Vi supplico non leggete
I libri di versi
Se non volete finire
Come quella gabbiana
Che morì proprio
Perchè non sapeva
Che la morte a volte
Si traveste da amore

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